18 settembre 2015

“Orfanatrofio” di Francesco Zizola



di Gianni Quilici



Due sono gli elementi che spiccano e si fondono fulmineamente nello sguardo che posiamo su questa foto di Francesco Zizola; foto presente nel bellissimo libro Born Somewhere, che ha come soggetto l’infanzia vittima della povertà, dello sfruttamento e della guerra.

Il primo elemento: l’oscurità che avvolge quasi l’intera immagine; secondo: i volti di quattro ragazzi di un orfanatrofio somalo.

Questi volti sono  intensi, ognuno con una propria psicologia, evidenziata con forza dal primo piano: la dignità distaccata del più grande, la richiesta sofferta del bambino in basso, quella forse rassegnata del bambino sovrastante e infine soltanto l’indefinibile luce dell’occhio del bambino più piccolo.

Il buio che li avviluppa e le stesse ombre che si disegnano sui loro volti evidenziano e drammatizzano i loro primi piani. E’ uno di quei casi, in cui il vigore della forma diventa esso stesso contenuto e in cui non si può fare una netta separazione tra l’uno e l’altro, perché è nella loro simbiosi la potenza dello scatto.



Francesco Zizola. Baidoa. Somalia. 2000.   


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