14 maggio 2016

"Francesco Orlando: un maestro" di Davide Pugnana




Una volta, non ricordo dove, Giovanni Testori ha scritto che Roberto Longhi era un "maestro" perché, guardando le opere di Piero della Francesca e di Caravaggio, era divenuto per sempre e fatalmente impossibile non sentire la pellicola delle sue parole depositata sopra quelle tele, come una velatura.

Lo stesso principio di magica imprescindibilità vale per chi, come me, è stato allievo di Francesco Orlando: dopo averlo ascoltato, nel corso della sue lezioni ed "esercitazioni", e dopo averlo letto, nessuna pagina di letteratura può più prescindere dal suo sguardo di lettore e dalla sua scrittura saggistica.

E' come una striatura perlacea, una bava di lumaca, un ectoplasma senza possibilità di esorcismo: la parola del "maestro" è un atroce e bellissimo segno d'amore che si materializza tra te e il testo letterario.

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