13 gennaio 2020

“Savita” foto di Dario Mitidieri



nota di Gianni Quilici

E’ una di quelle foto per cui viene da dirci con tutta l’ingenuità che arriva immediatamente dagli occhi “che bella!...così bella che non ha bisogno di parole”.

E’ uno scatto originale, perché capita raramente di vederne uno simile.
E’ uno scatto tenero per questi occhioni impauriti, per questo corpicino di bambina rivolta in alto e protesa nel vuoto.
E’ uno scatto essenziale e puro per quel biancore di aria che invade buona parte del rettangolo fotografico.
E’ uno scatto geometrico per il palo (o pertica o asta) che attraversa centralmente la foto con il prolungamento del braccio proteso dritto verso il cielo della bambina.
E’ uno scatto sorprendente, quasi inconcepibile, per quel pollice che riesce a sostenere
ed a tenere in equilibrio il palo con la bambina.
Ed è uno scatto straordinario per avere Dario Mitidieri colto il tempo giusto e l’inquadratura eccellente.
Ed è infine uno scatto tragico, perché la bimba, Savita, ha soltanto due anni e mezzo e si esibisce di fronte a turisti arabi a Bombay, nel quartiere di Colaba, col rischio di cadere.
Ed è una delle numerose straordinarie foto dell’inchiesta che Dario Mitidieri realizzò nel 1992 per le strade di Bombay, dove si calcolava allora che fossero circa 100.000 i bambini e adolescenti orfani e senza casa abbandonati per le strade tra povertà, droga e malattie.
 Dice, a questo proposito Mitidieri:” Stavo con loro giorno e notte. Mi chiamavano zio. Abbiamo fatto un documentario sulla nostra ricerca della bambina sul palo. L'abbiamo ritrovata, ed è stato molto commovente. Ne ho anche ritrovati altri, che all'epoca avevano cinque, sei, sette anni e che ora sono adulti, eppure sembrava passato pochissimo tempo. Si ricordavano tutto, e tutto di me”.

Dario Mitidieri. Bombay. 1992.   

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