14 febbraio 2020

"Il carnevale di Viareggio e io" di Romina Cortopassi


Il carnevale è quello che più di tutto, mi rende l'idea della drammaticità del tempo che non tornerà mai.
Chi non è di Viareggio, per quanto impegno ci metta, non la può comprendere questa cosa.
Perché, come il mare, è il Carnevale che scandisce l'anno. Estate e inverno.
Perché tutte le cose più intense, quasi tutti le abbiamo fatte col costume. Da bagno, o mascherato.
Ma la maschera, che maschera le cose che non ti piacciono di te e tira fuori tutto quello che sei per davvero, la sappiamo usare solo qua. Perché non nasconde, ma svela e fa osare.
E scandisce il tempo.
E allora, con la maschera, hai sicuramente fatto qualcosa di nascosto, dietro i bagni la domenica, e dietro le cucine ai rioni.
Hai preso le prime e forse uniche sbornie, con i bottiglioni pieni di sangria.
Hai litigato col fidanzato, sei entrata in libreria, hai camminato per le strade, hai parlato di cose importanti con la stessa serietà di chi indossa un tailleur.
Hai ballato fino allo sfinimento, che poi, più che ballare, salti e ti spingi o ti sloghi le spalle per fare il cerchio che si allarga e si stringe e ti sei trovata spiaccicata tra ragazzi sudati e sconosciuti e magari, ci è scappato anche un bacino o una palpata. Reciproca!
Una volta, a proposito di baci, ne hai dato uno da diciassette minuti e quarantadue secondi (preso il tempo dalla tua amica) a quell'amico che non vedevi da un po'.
Mica perché "chissà che...". Semplicemente perché eravate vestiti da orsi marroni tutti e due.
E poi, "ciao".
E, hai voglia a rimettertelo ora, quell'orso lì, di vent'anni fa.
Non è che ti senti ridicola, no.
Però noti quelle rughette in più, che i giorni normali è come non ci fossero. E ti accorgi che i codini stonano.
Che i coriandoli, dopo, li devi spazzare.


"...passeggiata Margherita, se a incontrarla per prima sei te, devi dire alla mia fanciullezza se per gentilezza, ripassa da me."

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