11 marzo 2011

"Lady Susan - I Watson - Sanditon" di Jane Austen

di Maddalena Ferrari

Si tratta di tre brevi testi: “Lady Susan”, un romanzo epistolare concluso, e due abbozzi appena iniziati; composti in periodi diversi, sono stati pubblicati tutti solo dopo la morte della scrittrice. Il primo, a differenza dei romanzi dello stesso genere di altri autori che l'hanno preceduto, non è la confessione ( quasi esclusiva ) di un protagonista, ma l'insieme di lettere dei vari personaggi coinvolti, con una struttura reticolare, che dà diverse prospettive alla vicenda, con una conclusione dell'autrice; i critici ne collocano la composizione, sia pure senza certezza assoluta, negli anni 1793-94.
Il secondo sarebbe stato iniziato nel 1804 e interrotto a causa di tristi eventi familiari ( la malattia e morte del padre della Austen ).
Il terzo va invece attribuito all'ultimo periodo di vita della scrittrice, la cui malattia la costrinse ad interromperne la stesura.
L'ambiente è il solito della narrativa della Austen: la borghesia e la piccola nobiltà di campagna, con una rigida divisione in classi, un'osservanza stretta delle convenzioni e dei formalismi; per cui “Sir”, “Lord”, “Lady”, “Mr”, “Mstr”, “Miss” sono gli epiteti che precedono sempre un cognome, o un nome, a meno che il racconto non riguardi da vicino la, o una, protagonista, più raramente un personaggio maschile, nel qual caso si ricorre al nome di battesimo tout court.
I Watson” e “Sanditon” presentano due personaggi femminili, rispettivamente Emma Watson e Charlotte Heywood, che hanno le caratteristiche della tipica eroina dell'autrice: serietà, perspicacia, ragionevolezza, sensibilità; volontà di raggiungere un'identità autonoma e tenacia nel perseguire l'obiettivo.
Nel caso invece di “Lady Susan”, l'omonima protagonista è un'affascinante vedova dalla dubbia moralità, che irretisce gli uomini e manda in crisi famiglie e progetti di matrimonio.
Comune ai tre testi, come anche alle opere maggiori della Austen, oltre al milieu sociale, e potremmo dire anche topografico, una politica patrimoniale, che i personaggi praticano, chi per sé, chi per gli altri, nell'intento di abbinare posizione sociale, dote, patrimonio; ma questo deve fare i conti con i reali desideri dei diretti interessati, i quali, se sono davvero positivi, coltivano un sentimento serio e cercano con successo di realizzare il loro sogno.
L'amore non è un sentimento romantico, anzi, la Austen ci tiene a mettere in guardia contro i moti del cuore appassionati; in “Sanditon” Charlotte lo dice espressamente a Sir Edward Denham, il quale ama i romanzi “che illustrano la grandiosità della natura umana, quelli che la ritraggono nel suo aspetto più sublime, quando i sentimenti si manifestano in tutta la loro intensità, quelli che tracciano il cammino di una passione travolgente (...)”.
Allo stesso modo la scrittrice non sopporta i bellimbusti impulsivi e seduttori, come lo stesso Sir Edward, o come Tom Musgrave, che piace a tutte le ragazze de “I Watson”, ma non alla giudiziosa e graziosissima Emma.
Quanto all'amore che Lady Susan ha saputo suscitare in Reginald De Courcy, una volta che il giovane, scoperta la vera indole della donna, tronca la relazione con lei, continua a renderlo inquieto per circa un anno ancora: “In generale, tre mesi sarebbero potuti bastare, ma i sentimenti di Reginald non erano meno costanti che fervidi.”
Antiromanticismo, dunque, o, meglio, una sorta di interesse diffidente, quasi timore di esserne coinvolta
Nei racconti incompiuti tutto fa pensare che le cose si sarebbero concluse nel modo migliore, sia sentimentalmente, sia economicamente, per le protagoniste. In “Lady Susan”, i disegni della civetta egoista a spese degli altri, in particolare della infelice figlia Frederica, vengono sventati, ma anche per lei ci sarà una sistemazione più o meno onorevole, più o meno felice, su cui la scrittrice, nella conclusione, avanza delle perplessità, ma non si sbilancia, se non a sfavore di una pretendente alla mano di colui che diventa suo marito: “Per quanto mi riguarda, confesso di compiangere soltanto la signorina Manwaring, che, dopo essere venuta in città ed essersi addossata spese tali, per il suo guardaroba, da impoverirla per due anni, col solo fine di conquistarlo, fu defraudata di quanto le era dovuto da una donna di dieci anni più vecchia di lei.”.
Questo finale graffiante ci dà anche un'idea dell'ironia della Austen, che esplora le vicende “di tre o quattro famiglie in un paese di campagna”, lontane dalla Storia, seguendo il trascorrere di un tempo costantemente imbrigliato in abitudini di vita, incontri, conversazioni registrate con puntigliosa minuzia, raramente turbato da eventi straordinari; il suo è un mondo limitato, l'unico, si suole sottolineare, che la scrittrice conoscesse; ma questo mondo è osservato con tale penetrazione psicologica (la critica è solita parlare di “realismo domestico”) e soprattutto con tale disincanto, che ben poco se ne salva. E quel poco, grazie a rare figure femminili, che sono ben lontane dall'identificarvisi, anche se la Austen non risolve mai questo atteggiamento in rottura o ribellione e la felicità che alcune di loro raggiungono si fonda necessariamente anche su quei valori materiali e sociali, che non possono essere rifiutati, pena il frantumarsi di un reale, che appare come l'unico possibile. Un reale, dove le condizioni economiche hanno un ruolo essenziale, discriminante soprattutto per il ruolo della donna:essa infatti o si sposa con un buon partito (e ciò è facilitato dal possesso di una discreta dote), o si deve adattare a fare l'insegnante in una scuola . “Non riesco a immaginare niente di peggio”, dice a Emma Watson la sorella maggiore. Quanto a Emma, dopo essere vissuta con una ricca zia, che l'ha tenuta lontana dalla famiglia di origine, è costretta a ritornare dal padre e dalle sorelle senza nessuna rendita: glielo rinfaccia il fratello Robert, facendola irritare e addolorare.
La stessa pesantezza della situazione materiale appare in “Sanditon”, dove lo sguardo dell'autrice si allarga a rappresentare una situazione di cambiamento sociale, sotto l'incalzare del capitalismo: la trasformazione di una località sul mare in una stazione balneare alla moda (e sappiamo che la Austen odiava Bath, dove fu costretta a risiedere per un po' di tempo). Assistiamo allora a manovre di speculazione finanziaria ed allo spirito imprenditoriale di Mr Parker, un entusiasta iperattivo e in fondo ottuso, che ha bisogno di appoggiarsi nella sua impresa alla vecchia, potente Lady Denham, che Charlotte, dopo un'imbarazzante colloquio con lei, definisce estremamente gretta.
Si può dire che la chiusura mentale, l'ipocrisia, la condiscendenza verso ciò che gli altri, per accettarci, vogliono da noi e verso ciò che è di moda; gli entusiasmi facili e di breve durata; l'arrivismo, la vanità e il narcisismo; il calcolo del proprio tornaconto, a scapito della sincerità, anche e soprattutto con se stessi: sono questi i disvalori che Jane Austen coglie nella società del suo tempo e che disprezza; le sue istanze morali non le sentiamo poi così lontane da noi...
Jane Auste. Lady Susan - I Watson - Sanditon. Introduzione di Ornella De Zordo. Traduzione di Daniela Paladini. Newton narrativa. Euro 6,00.






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