01 luglio 2012

"Antropologia religiosa" di Alfonso M. Di Nola


Riso e oscenità – Un risvolto mitico-antropologico di Petrolio   
 di Emilio Michelotti

Ho letto un vecchio libro, segnalato da Emanuele Trevi in Qualcosa di scritto (2012). S’intitola Antropologia religiosa ed è stato redatto nello stesso periodo in cui Pasolini lavorava a Petrolio. Lo schema dell’autore, Alfonso M. Di Nola, è relativo ad un’indagine sui misteri di Eleusi e si fonda sulla terna crisi-osceno-riso.

Quale significato aveva la rappresentazione di una doppia sessualità, così evidente nel contesto eleusino? La consumazione del ciceone, narra Di Nola, era preceduta nelle pratiche rituali da uno scoppio di riso motivato da un’esibizione oscena, analoga a quella -mitica- che era riuscita a far ridere Demetra. La Dea delle messi, mentre errava alla ricerca della figlia Persefone (Kore), rapita da Plutone, è sopraffatta dalla stanchezza presso Eleusi. Una donna del posto le offrì da bere il ciceone. Ma la Dea rifiutò essendo in lutto. La donna, allora, alzò le vesti mostrando la vulva, stesa e manipolata al punto da far assumere a quest’organo la forma di un fanciullino ancora tenero e non coperto di peli (Iacchus, Dioniso, per l’alessandrino Arnobio).
La Dea si compiacque dell’esibizione e rise. La sua risata sventò così una catastrofica crisi agraria.

Anche i due Carlo, scrive PPP (Petrolio, app.74 e 74a), compiono lo stesso rito dell’anasyrma, anzi il “doppio” ne è ossessionato. Si tratta, appunto, dell’esibizione dei genitali (androgini) ad una divinità, allo scopo di suscitarne il riso e scongiurare tremende crisi cosmiche. “Ho eretto questa statua per ridere”, così nella “visione del Merda” sta scritto fra colonne classiche ai piedi di uno strano simulacro: “un mostro muliebre, consistente in due gambe piuttosto tozze, su cui era incastrata, al posto dell’inguine –tanto che il taglio della vulva coincideva col taglio del mento- una grossa testa di donna”. La veste, rialzata, va a formare una sorta di chioma. E’ la descrizione di una statuetta rinvenuta a Eleusi.

Azzardo un’ipotesi che potrebbe aiutare alla decrittazione dell’ultimo romanzo pasoliniano, data la sua incompiutezza. Tra scarni appunti in merito alla stesura definitiva, PPP avanza scenari e profezie apocalittiche, quali fine del petrolio, esaurimento delle risorse idriche, carestie, conflitti. Erigere una statua, scrivere la summa del suo pensiero “per ridere” o “far ridere”, potrebbe indicare una via d’uscita all’identità, derivata da Sade, fra potenza fallica e potere sociale, sulla quale si sarebbe sviluppata la società patriarcale mercantile capitalista. L’indugiare sulle descrizioni falliche, oltre all’evidente compiacimento personale, potrebbe rappresentare per PPP un nuovo anasyrma, l’estremo gesto atto a suscitare nell’umanità il senso di lutto per la consumata apocalisse culturale e nel contempo una sorta di illuminazione gnostica sull’ultima possibilità di riconciliazione con l’elemento misterico originario, “l’abisso del seme”, rappresentato e custodito da Eleusi per oltre un millennio.

Alfonso M. Di Nola–Antropologia religiosa -Vallecchi, 1974

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