27 settembre 2023

"Yomuri" di Cynthia Rinsky

 

di Giulietta Isola

Avere ventitré anni e cercare la propria identità, credere che qualcosa del genere esista e sia sostenibile, che il senso si trovi lì, nel sapere chi si è”.

          La cilena Cynthia Rimsky trasforma un rocambolesco viaggio di padre e figlia in un’avventura piena di ironia alla ricerca dell’identità e delle origini, tra paesaggi di sogno e personaggi memorabili, un viaggio verso una utopia, una terra promessa impossibile. 

        Kovacs, il padre, è un uomo anziano, capriccioso e pieno di acciacchi, vive con la quinta moglie che non lo sopporta più e non lo vuole più intorno, Eliza, la figlia, chiamata in aiuto vuol evitare la casa di riposo e cerca una soluzione alternativa. Decidono per un bel viaggio diretto a Yomuri, paese dove, secondo Kovacs ,vive la sorellastra di Eliza, che lo avrebbe invitato ad abitare con lei. I due partono per un luogo che sembra impossibile da raggiungere ed il viaggio si prospetta subito pieno di difficoltà. Padre e figlia si imbattono in una serie di situazioni surreali, si ritrovano insieme a una carovana di persone unite dallo stesso obiettivo: arrivare in una terra originaria in cui sperano di trovare la propria vera identità. 

          L’incontro/scontro tra le ostinate illusioni del padre, la natura dubbiosa della figlia, i miti e le ideologie dei compagni di viaggio, innesca situazioni divertenti e amare allo stesso tempo. Eliza e il padre si trovano faccia a faccia con le fantasie e le aspettative legate all’invecchiamento e alla scomparsa, con l’impossibile sogno di un’origine, con il precario equilibrio tra presente, memoria e oblio, tra legami familiari e comunità. 

          Nel romanzo Cynthia Rimsky tenta di scomporre il tema della ricerca dell’identità , missione impossibile e spesso ingenua, nonostante il tentativo di mantenere alta l’empatia . I personaggi raccontano le loro storie, cercano disperatamente di convincersi che tutto è reale, ma il vero motore dell’azione è il dubbio che si insinua nella elaborata ed originale struttura narrativa scompaginando storie e sequenze.

           L’autrice ha raccontato che ad ispirarla nella scrittura e nel nome del romanzo è stata una falsa leggenda che ha ascoltato narrare a Cuba ai turisti assetati di esotismo, è nata così questa stravagante commedia umana, surreale, assurda , piena di tenerezza, con un commovente elemento magico-mitico. 

       “Yomurì” ci offre una scrittura visionaria e personaggi molto complessi , affronta il tema del rapporto fra generazioni, la storia e la condizione dei popoli originari , lo sradicamento e ciò che si è disposti a fare per la libertà, propria e condivisa. 

       Mi è piaciuto molto leggere questa eccentrica storia ed incontrare l’autrice.

YOMURI di CYNTHIA RIMSKY EDICOLA EDICIONES EDITORE

14 settembre 2023

"Furore" di John Steinbeck

 

di Marigabri

“Gli affamati arrivano con le reticelle per ripescare le patate buttate nel fiume, ma le guardie li ricacciano indietro; arrivano con i catorci sferraglianti per raccattare le arance al macero, ma le trovano zuppe di kerosene. Allora restano immobili a guardare le patate trascinate dalla corrente, ad ascoltare gli strilli di maiali sgozzati nei fossi e ricoperti di calce viva, a guardare le montagne di arance che si sciolgono in una poltiglia putrida; e nei loro occhi cresce il furore. Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.

        L’epopea di un popolo dell’Oklahoma in fuga dalla miseria dei campi divorati dalla polvere verso l’opulento Ovest, lungo la mitica Route 66; il racconto splendido e terribile di come la sventura spinga gli esseri umani di ogni tempo a cercare un posto dove poter vivere in pace; la tragedia di una migrazione come tutte le migrazioni travagliata e respinta; l’esempio universale di come gli uomini possano ignorare il grido di aiuto di altri uomini, di come possano respingerli, sfruttarli, tormentarli; la rappresentazione di un potere che distrugge, di una legge che affama e non potrà mai essere espressione di giustizia; l’esempio di come esseri umani stretti da un vincolo affettivo forte, lacerati dal bisogno, assillati dalla fame ma mossi dal desiderio di riscatto, possano continuare a sperare, a lottare, a cercare vita dalle macerie di un mondo sopraffatto dalla violenza della natura e dell’egoismo umano.

La prova che si può essere sconfitti e non sottomessi.

Cadere mille volte e rialzarsi sempre.

       I Joad, inscritti nell’universo letterario degli eroi. Quelli veri, fatti di carne, sangue, dolore, lacrime e integerrima fiducia nell’intima bontà del cuore umano.

John Steinbeck. Furore. Bompiani

12 settembre 2023

"Polaroid di Tarkovskij. Lo sguardo cerca la luce" di Andrea Appetito


 

Polaroid di Tarkoviskij. Lo sguardo cerca la luce.

Il sentiero familiare è sfatto mille volte dal gioco pendolare dei ritorni. Il quadro è semplice, segnato da ombre e luci, desiderio e nostalgia. Sembra che si vada davvero verso ciò che abbiamo lasciato alle spalle. 

Quante cose ci chiamano per nome dalle stanze chiuse della casa. Ecco l’isola delle sirene. Sale dalla terra la nebbia che copre e dirada. Così tutto è un mistero semplice. 

Il recinto del sentiero è abbandonato, gli alberi azzurri vegliano sulla casa lontani e presenti. La facciata luminosa nasconde altre facciate che occhieggiano sullo sfondo.

06 settembre 2023

"Volevo essere Madame Bovary" di Anilda Ibrahimi

 

La pace impossibile di chi se ne va

 di Giovanna Baldini

      L’ultimo romanzo di Anilda Ibrahimi, Volevo essere Madame Bovary, affronta ancora una volta il tema dello sradicamento: dalla propria terra, dalla propria lingua, dalla patria.

      Nata a Valona nel 1972, dopo la laurea, conseguita a Tirana, si trasferisce in Svizzera e poi a Roma dove decide di stabilirsi, lavorare e formare una famiglia. Scrive e parla italiano.

      Il libro racconta la storia di Hera, giovane donna albanese che, lasciata la sua terra, trova in Italia fama e successo realizzandosi come scrittrice. È diventata bella, elegante, affascinante come per riscattarsi da un mondo d’origine che aveva reso la madre insignificante, opaca e vecchia anzitempo.

      Vive a Roma un matrimonio con un marito noioso, mentre i due figli sono sempre in cima ai suoi pensieri.

      È difficile, durante la lettura, non notare nella protagonista del romanzo, Hera, alcune affinità con l’Autrice. E questa, secondo me, è la cifra della scrittura della Ibrahimi, che, attraverso i suoi libri, descrive sempre se stessa, la famiglia, la terra.

     Hera che fuggì dall’Albania per trovare la libertà dal partito unico e da una politica repressiva e autoritaria e per dimenticare le regole severe di una tradizione maschilista, Hera è un’irrequieta Emma Bovary del XXI secolo che anche in Italia si sente stretta nelle pastoie sociali e familiari

      Voleva essere Madame Bovary a Tirana, libera di uscire la sera con i tacchi alti senza essere rimproverata dalla madre e vuole uscire dalla sua casa a Roma e di nuovo vivere libera un’esperienza d’amore.

       Vuole regalarsi un amante albanese e con lui tornare a casa, nella terra natale, dopo tanti anni.

     Ma, come nel grande romanzo francese, la scontentezza, il disagio e il senso di non appartenenza  non abbandonano mai la giovane donna: la realtà è prosaica, il sogno non si realizza. L’amante è sposato con una moglie bruttina, che per questo gli dà la sicurezza di non essere tradito. Lei lo serve fedelmente, come fanno le donne albanesi. Hera, invece, si sente delusa anche da se stessa. Lo lascia e torna a casa, a Roma. Forse anche il sogno di ritrovare il suo Paese è impossibile?

     La condizione di espatriata è ancora dolorosa per l’Autrice.  Nonostante abbia raccontato molte volte attraverso saghe familiari il cambiamento della società albanese fino alla caduta del regime di Henver Hoxa, nota di essere ancora attratta da quella realtà. Perché Hera ricorda continuamente i profumi dei cibi, i paesaggi, i discorsi di suo padre che le aveva insegnato la libertà di pensiero.

      In Italia la protagonista del romanzo si è costruita una vita di successo, si è emancipata, non è costretta a fare la pasta filo come voleva sua madre, ma la nostalgia, sentimento che consuma, non l’abbandona.

Fuggire non si può e rimanere nemmeno.

    Sarà diverso per Hera?

Anilda Ibrahimi, Volevo essere Madame Bovary, ed. Einaudi, 2022, p. 224, euro 17,00