08 febbraio 2019

"Le onde" di Virginia Woolf


di Simona Fazzi
                        Ho finito di leggere Le onde.. Che dire? Per me è un'opera incredibile, diversa da tutti i libri che ho incontrato.
Virginia Woolf è  un'artista, una grande scrittrice. Ed è per questa diversità che il libro si presta  a essere letto almeno due volte.

                       La prima per riuscire ad orientarsi, per riuscire a riconoscere le voci e di conseguenza a mettere a fuoco i personaggi, per apprezzare la solida, perfetta, straordinaria struttura sopra la quale Virginia riesce a darci il senso di qualcosa di estremamente etereo, impalpabile, pulsante, ritmico, onde che si avvicinano e si allontanano da una riva, si accavallano e si fondono, il mutare continuo della luce e delle ombre, il canto della cose, la forza della natura, la sua corrente …

                      La seconda volta il romanzo va letto  senza troppe interruzioni, senza concentrarsi sui personaggi, sul senso, proprio come si ascolterebbe un'opera musicale, come si legge una poesia... Il tempo, il ritmo, la Vita sono forse in questo libro un teatro, o forse un anfiteatro, dove i riflettori sono puntati ora su un personaggio ora sull'altro, ma questi sei protagonisti non parlano ma pensano, riflettono, vedono, sentono...

. Virginia Woolf. Le onde. Einaudi

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06 febbraio 2019

"La ballata dei Babbaluci" di Marco Fasciana





di Silvia Chessa

Un naufrago alla ricerca del passato e di se stesso; un guardiano del faro non vedente, metà ciclope metà filosofo; una regina inconquistabile, la quale, per una volta nella sua vita, verrà rifiutata; un compagno di avventure e peripezie che, come Virgilio, dispensa consigli e mette in guardia dai pericoli: questi i personaggi di un viaggio in dodici capitoli (uno per ogni mese, a partire da settembre) dello spettacolo (saggio di diploma del corso di regìa) «La Ballata dei Babbaluci» di Marco Fasciana, in scena al Teatro Studio Eleonora Duse, fino al 7 Febbraio 2019, a Roma.


In questa Odissea in salsa sicula, vivace e movimentata, il mare è ancora una volta elemento di accoglienza e pericolo; un mare che disorienta l'uomo, il protagonista, che passa da un lento vagare ad una vera e viva fuga in cerca del suo destino e della sua identità; che affonda fino al livello dei pesci - e infatti finisce per parlare con uno di loro in un surreale ma simpatico dialogo, dove, davvero, il pesciolino rosso dice cose sensate e sagge più del ragazzo, indicandogli che il suo posto è sulla terra, perché ogni creatura ha il suo posto.


Nell'accostare la regina, invece, l’uomo riceve un’ulteriore raccomandazione: quella di trovare “il coraggio di mostrarsi inadatti”, insomma la libertà di lasciarsi essere ed accettarsi per ciò che si è. Nello stesso confronto con la regina, il protagonista confessa di stare fuggendo da se stesso e dalla sua natura, che invece lo spingerebbe ad accontentarsi.



Il finale, lungi dal dare risposte e soluzioni, suggerisce di osservare la stessa natura dei “babbaluci” (le lumache, in dialetto siciliano) piccola stella cometa per orientarsi in questa vita. Ce ne sono di due tipi, quelli più lenti e quelli più avventurosi (per quanto possa essere avventurosa una lumaca) e, forse, potremmo anche ricondurre questo spettacolo ad un elogio della lentezza, mentre il viaggio ha per scopo l’affrancarsi da inutili sensi di colpa (le voci emesse dal registratore, sul finale), smettendo di punirsi e accettandosi per ciò che si è.


Da sottolineare la creatività e la padronanza nell'uso di tecniche ed allestimenti scenici originali e variegati (proiezioni video, effetti sonori, musica, marionette; persino una vasca da bagno sul palco …) e l’alta e sicura professionalità degli interpreti (Tommaso Capodanno, Luca Carbone, Maziar Firouzi, Giuseppe Lo Piccolo, Ada Nisticò).

«La Ballata dei Babbaluci» di Marco Fasciana,  al Teatro Studio Eleonora Duse, Roma , fino al 7 Febbraio 2019.