29 settembre 2013

"L'equilibrio sospeso degli aironi" di Liliana di Ponte



di Marisa Cecchetti

Perfettamente aderente ai molteplici aspetti della società moderna, L’equilibrio sospeso degli aironi, secondo romanzo di Liliana di Ponte, è una dimostrazione di quella che il sociologo Zygmunt Bauman definisce  liquidità e fluidità delle cose, del loro trasformarsi, della loro breve durata, si tratti di ciò che desideriamo e possediamo, o degli affetti stessi, l’amore,  le relazioni familiari. Così Thomas, un ragazzino molto sveglio, intuitivo e sensibile, ha visto finire il legame  tra suo padre e sua madre: lui vive in Inghilterra, lei a Firenze ha un nuovo amore, un fotografo impegnato spesso in zone di guerra. Ma anche i nonni di Thomas sono molteplici, perché la nonna materna, una gallerista fiorentina, ha un fidanzato bancario che vive  all’estero, e il nonno materno, personaggio per altro un po’ inquieto,  ha una nuova compagna. Thomas vorrebbe una famiglia normale, senza doversi dividere tra il padre e la madre, ma sa adattarsi con elasticità al grande gruppo, soprattutto desidera che  tutto funzioni, comprese le relazioni corrette tra gli ex. Un gruppo con le sue tensioni interne, con momenti di crisi e di distensione, che fa tornare in mente il film “La famiglia” di Ettore Scola,  regista che aveva già interpretato le trasformazioni in atto nella nostra società e nel costume .
Nel romanzo l’autrice, partita da questo affresco di varia umanità, all’improvviso dà una sterzata, crea la suspence del giallo intorno a Thomas, che un giorno non rientra a casa da scuola.  Il dramma in cui precipita la famiglia rende più complesse le relazioni, perché il dolore vuole silenzio, perché le parole di conforto e di speranza cadono nel vuoto.
Non ci sono solo i problemi privati nel romanzo, ma lo sguardo spazia sul mondo, le barriere non esistono, l’Europa è casa comune, l’Afghanistan è presente con il suo carico di tragedia. Fanno pensare ad aironi che riposano su una zampa sola i bambini delle foto, bambini “a cui una mina aveva portato via una gamba”,  che “sono contenti che qualcuno si interessi a  loro. Scherzano in gruppo, si muovono con naturalezza sulle stampelle, come se avessero messo in conto da sempre ciò che sarebbe accaduto”.
Ma forse tutti i personaggi hanno un equilibrio precario, come se camminassero su una gamba sola. E’ l’indeterminatezza dell’esistere che va oltre i personaggi e abbraccia l’umanità intera. Può essere superata solo con gesti d’attenzione e di amore. La scrittrice  si affida ad un  narratore esterno che si affianca e si alterna alla narrazione in prima persona. Sono pause, angoli,  dove ogni personaggio si apparta per raccontarsi, per scendere nel suo privato. Il diario diventa  un rifugio e un confidente virtuale, indispensabile soprattutto per accogliere quel dolore materno che, al momento della scomparsa di Thomas,  altrimenti troverebbe via d’uscita solo nella pazzia.

Liliana Di Ponte, L’equilibrio sospeso degli aironi, Arezzo, Zona Contemporanea, 2013, pp.142, euro 14.00




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