27 marzo 2017

"I bulli di Mugnano e l'invito al "Giffoni Film Festival" di Mimmo Mastrangelo

Nei giorni scorsi ha destato forte attenzione la decisione di  un giovane papà di Mugnano di postare la foto del figlio tredicenne  con il volto tumefatto,  a seguito di atto di bullismo subito. Il gesto  di questo padre, finalizzato  a far riflettere sul problema, ha ottenuto (giustamente)  una forte solidarietà da tutto il Paese. 

Ma intorno  a quest'ennesimo caso di violenza minorile si è inserita una proposta rivolta da Claudio Gubitosi, direttore del Giffoni Film  Festival, ai bulli di Mugnano. Il patron della più  importante vetrina internazionale del cinema per ragazzi  ha invitato i responsabili del brutale  gesto  a seguire nelle vesti di  giurati le giornate della prossima edizione del Festival.  


Una proposta che ha destato subito delle critiche in quanto si premierebbe questi ragazzi invece di farli pentire della violenza fisica  riversata su un loro coetaneo. Dal canto suo Claudio Gubitosi,  nell'invitare, naturalmente alle giornate di luglio del GFF  anche il ragazzo  vittima delle vessazioni, ha voluto così motivare la sua iniziativa: "E' solo un'opportunità  che da padre vorrei dare  a questi ragazzi per fargli conoscere  la bellezza del rispetto  per gli altri, la comprensione delle differenze. A Giffoni si rispettano le regole  e potrebbe essere  questo un buon motivo per creare un cortocircuito tra il mondo reale e quello virtuale, per far emergere i valori  positivi che ogni ragazzo e ragazza  ha , ma che, purtroppo, sempre più spesso  non domina e non governa...". 

Al cospetto di quanti hanno manifestato avversione e disappunto, chi scrive pensa che quella di Gubitosi sia una presa di posizione  sì forte (e probabilmente pure discutibile), ma è coerente con la sensibilità, il sentire e i valori di una personalità pubblica che promuove  nel mondo la cultura per tramite delle  narrazioni filmiche.  Il suo non lo si può far passare come un atto di perdono, un'assoluzione,  piuttosto è un affronto al muro che alza la violenza e  fa perdere una prospettiva del rispetto verso l'altro. 

Il direttore del GFF chiama i bulli al compromesso, a (ri)stabilire un patto di coesione, a fare i conti con la propria coscienza, a ripiantare la radice di un dialogo sulla strada del  ravvedimento. Quello di Gubitosi è un atto cristiano (e anche sanamente laico), padre David Maria Turoldo l'avrebbe attestato in "un canto d'amore  da fratello a fratello", da Abele a Caino che abbatte la barriera  della non-comunicazione  e lascia intravedere un raggio di luce sulla cui  scia possano tornare a  camminare i bulli di Mugnano. Portare loro Giffoni non è un premio o una vacanza a gratis, è provare a farli   comprendere, a strapparli ad un  loro torpore interno ed evitare che il male, ancora una volta, trovi sfogo all'esterno nella maniera più sbagliata.  

                                                   

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