24 luglio 2023

"Una ragazza molto bella" di Juliàn Lopez

 

di Giulietta Isola

“Credo che la mia paura più grande fosse che la pioggia inzuppasse mia madre, che la rendesse lacrima: di solito le ragazze molto belle si affliggono terribilmente davanti a un orizzonte scuro.”

        Una scrittura piena di grazia come la copertina che mostra un bambino con sua madre, una ragazza molto bella, che aspettano tenendosi la mano; aspettano qualcosa che ha a che fare con i militari sullo sfondo. Siamo negli anni Settanta , in Argentina la dittatura inghiotte silenziosamente giovani uomini e donne passati alla storia come desaparecidos, scomparsi. 

       Il narratore e protagonista è un bambino di sette che ha occhi solo per sua madre, una ragazza molto bella, imperfetta e incantevole. Di entrambi non sappiamo il nome, la loro bellezza si nutre del ricordo di una vita a due e della condivisione del loro tempo. 

        I due sono stati abbandonati dall’uomo di cui la ragazza era innamorata e che la ha lasciato un figlio, unico spettatore del suo fascino solitario, misto a ingenuità e risolutezza. Il bimbo sogna di sedersi a una caffetteria all’angolo di Buenos Aires a leggere il giornale, bere tazze di caffè nero doppio e fumare il pacchetto di 43/70, ma accetta di buon grado il grosso ice-cream soda che la madre ordinava per lui per farla contenta. 

         E’ un bambino molto sensibile, percepisce l’ansia e la solitudine della mamma, quando si allontana lui l’aspetta buono, senza farle troppe domande: “Quando arrivò mi resi conto di non conoscere la parola per definire quel modo di tornare; non era esattamente sollievo, era un insieme variabile di cose, un fardello rinnovato, una migliore distribuzione del peso che portava .Vederla tornare era una festa che per qualche ragione facevo in modo di non celebrare”.

       La trama si sviluppa intorno ai due protagonisti come un insieme di fotogrammi slegati rielaborati a distanza di anni con il risultato di un film magnifico, una storia da raccontarsi. 

       Il narratore coinvolge il lettore nell’ intimità delle giornate trascorse a ragionare su viaggi mai fatti , sul loro segreto modo di intendersi , fino alla sparizione della madre che segna la fine del racconto. Niente ha più bisogno di essere raccontato, ciò che andava raccontato era il tempo condiviso con lei, o quello dell’attesa del suo ritorno, adesso esiste solo il tempo del ricordo ed il bambino cresciuto, ormai adulto lo evoca con accuratezza .

        Fin dalle primissime parole egli racconta la sfuggente e totale presenza della madre, descrive le dita lunghe, il modo voluttuoso di spostare i folti capelli neri in contrasto con il bagliore della pelle, ricorda la maniera profonda di esprimersi, senza la presunzione di chi vuole impressionare, le argomentazioni indignate, offensive; ricorda che alla guida era straordinaria.    

        Movenze, piccoli particolari sono legati dalla poesia e da una narrazione spontanea, toccante che scalda tutto ciò che nomina e ancora di più ciò che tace, una narrazione accogliente, delicata e commovente che consiglio molto.   

“Non posso essere sopravvissuto a quella ragazza bella e sapere tutto quello che non so.”

 

UNA RAGAZZA MOLTO BELLA di JULIAN LOPEZ ALESSANDRO POLIDORO EDITORE

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