30 giugno 2010

"Moderato cantabile" di Marguerite Duras

di Gianni Quilici
Romanzo breve o racconto lungo di Marguerite Duras. Simbolico e onirico. Erotico e disperato. Infine poetico.
Un bambino che si nega davanti ad un pianoforte. Un'insegnante dura e ottusa, che pretende senza capire nulla. Una mamma dolce e umiliata... ed anche contemporaneamente una finestra aperta, la sera che cade, il rumore del mare, una nave da diporto, un grido di donna dalla strada, un gruppo di persone davanti ad un caffè....

Si saprà poi che una donna è stata uccisa, ma consenziente. Per passione.

Sembrerebbe una storia con un intreccio, l'inizio di un “giallo” o di un “noir”.
La storia c'è, ma senza importanza, molto sotterranea, poco realistica.
La storia ha come protagonista la mamma col bimbo, una donna dell'alta borghesia, desiderosa di vita ed invece imprigionata negli spazi e nei sensi.
Il caffè del delitto sarà il luogo d'incontro di lei timida, piena di sensi di colpa, e di lui, giovane operaio del porto; luogo in cui i due percorrono la storia dei due amanti e di quel delitto passionale, facendoli diventare strumenti di immaginario identificativo.
Marguerite Duras però evita il realismo psicologico e soprattutto la chiacchiera.
In primo luogo saltando le convenzioni e facendo entrare la coppia da subito dentro il pathos di sentimenti viscerali e forti: amore-sangue-sesso, che sfuggono al naturalismo e sono invece vicini a ciò che possiamo chiamare pre-conscio, senza tuttavia che la scrittrice li precisi, lasciandoli invece sospesi, carichi di indefinita visceralità, perché quella è e rimane la loro condizione.
In secondo luogo Marguerite Duras fa entrare simultaneamente, nella centralità di una scena, spazi, rumori, luci o altre persone secondarie, cogliendo questi segni nel loro veloce baluginare e facendoli interagire, in qualche modo, con i protagonisti.
La Duras appare come una direttrice d'orchestra consapevole degli strumenti che dirige ai fini di uno scopo ultimo: rappresentare una donna con il suo carico straripante di solitudine in una città piccola chiusa soffocante e conformistica. Questa solitudine rimane sospesa tra una realtà oppressiva (quella che lei vive e verso cui si sente impotente) e desideri profondi inespressi: forse il desiderio di amare e di essere amata. Da qui da questa impossibilità possibili fughe: l'alcoolismo (qui legato alla scoperta del vino) e un desiderio sessuale, che vira verso il sado-maso.
Moderato cantabile” si può configurare come un romanzo breve, perchè c'è una struttura (il rapporto della donna con una società, che si intravede sullo sfondo, quasi onirica); ma anche e soprattuto come poesia: oltre che per le ragioni già dette, per un progressivo chiudersi di orizzonti, di solitudine senza via d'uscita; ciò a cui il romanzo-racconto vuole tendere.
Chi lo volesse leggere deve tuttavia faticare, perché la Feltrinelli non l'ha più ristampato.
Da questo romanzo un film del 1960 di Peter Brook, sceneggiatura della stessa Marguerite Duras e di Gérard Jarlot con Jeanne Moreau e Jean-Paul Belmondo (vedi la foto) come interpreti.

Marguerite Duras. Moderato cantabile. Traduzione dal francese di Raffaella Pinna Venier . Feltrinelli.


Opere pubblicate in italiano di Marguerite Duras (1914-1996)
Il pomeriggio del signor Andesmas” (1962) “L’amante” (1985), "Il dolore" (1985), “Moderato cantabile” (1986), “Suzanna Andler” (1986), “Il viceconsole” (1986), “Testi segreti” (1987), “Occhi blu capelli neri” (1987), “La vita materiale” (1988), “Emily L.” (1988), “Il rapimento di Lol V. Stein” (1989), “Giornate intere fra gli alberi” (1989), “La pioggia d’estate” (1990), “Il marinaio di Gibilterra” (1991), “L’amante della Cina del Nord” (1992), “Yann Andrea Steiner” (1993), “La nave Night” (1993), “Scrivere” (1994), “L’amore” (1994), “Estate ’80” (1994), “La vita tranquilla” (1996), “Il mare scritto” (1996), “Agatha” (1997), “Storie d’amore estremo” (1997), “Il nero atlantico” (1999), “C’est tout” (2002). “Distruggere, lei disse” (s.d.),