22 gennaio 2014

"Chi sei?" di Eva Scatena




Quando un sentimento diventa pensiero astratto e vago, come un metafora nascosta da qualche parte negli occhi, sempre meno visibile e distinguibile agli altri, finisce che diventa parte della tua natura, della tua identità. Finisce che smette di essere un sentimento autonomo e si fonde con l’essenza più personale di chi lo prova. 

Se mi chiedessero: “Cosa ti distingue dal resto del mondo? Chi sei?” potrei rispondere che mi chiamo Eva ed il mio nome mi piace tanto, perché non me l'ha dato mio padre e non si può storpiare con stupidi diminutivi, che ho cinquant'anni, che ho la pelle morbidissima e chiara e piena di graffi o che adoro "C'era una volta in America",che macino libri al ritmo di dieci al mese -se conto le riletture. Mi dà un piacere immenso rileggere: riscopro, assaporo, ho nuove intuizioni. Ma penso che siano tutte cose comuni a qualcun altro. 

Solo i sentimenti sono qualcosa di davvero nostro, di unico e irripetibile. Quindi siamo ciò che proviamo. Quindi sono questo intreccio contrastante di pulsioni e tensioni, e sono anche quell’amore psichico, ma incredibilmente anche di desidero fisico e idealizzato, che lentamente scomparirebbe in mezzo a un mare di realtà concreta se non lo tenessi caparbiamente e teneramente nascosto dentro me. Il resto è noia.

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