04 febbraio 2014

"Ho scolato 21 bottiglie" di Mario Lena



di Luciano Luciani

Come lascia intuire il titolo, Ho scolato 21 bottiglie, questa è la ventunesima raccolta poetica di Mario Lena. Una quarantennale frequentazione con la scrittura poetica, la sua: la prima antologia, Resistere, risale, infatti, all’ormai lontano 1973, appunto 40 anni fa, quando il poeta di Bagni di Lucca, dopo aver covato nella prima parte della sua esistenza temi e stati d’animo, parole e forme espressive cominciò a partecipare ai Lettori il suo mondo emotivo. Dapprima con un andamento discontinuo, quindi regolarmente a partire dal 1993, acquisiti, con consapevolezza e sicurezza, il tono, il timbro, il passo giusto per la propria, personalissima voce poetica: originale nel suo taglio prosastico-meditativo che ora muove verso un andamento colloquiale, cordiale, ora s’impenna nella speculazione filosofica, o, addirittura, nel ragionamento scientifico.

 Sì, perché Mario Lena è uno dei rarissimi poeti, forse l’unico della Libera Repubblica delle Lettere, che non ha mai avuto particolari remore nel portare sulla pagina nei suoi discorsi in versi le questioni complesse che attengono alla matematica, alla fisica, alla chimica… Nodi problematici che nella sua inusuale rielaborazione si trasformano in grumi di interrogativi esistenziali dove scienza, filosofia, poesia e vita diventano un tutt’uno. Un’alchimia non facile, delicatissima, che può realizzarsi solo in quel crogiuolo straordinario rappresentato dall’esperienza di vita di Mario Lena: uomo di pace, educatore appassionato, amministratore lungimirante, didatta in anticipo sui tempi, organizzatore di cultura, scrittore, poeta… E probabilmente non sono che alcune delle molte delle facce di quel diamante trasparente che è stata la vita di Mario. 

Tutto senza enfasi, senza retorica, senza gli orpelli del compiacimento, forte di una memoria imperterrita, tenace. Una linea di pensiero tanto sommessa quanto concentrata, un dialogo interiore del poeta con se stesso che ha al suo centro un tema semplice e alto: “sono veramente belle e importanti / tutte le cose che costano / lavoro e fatica”. Senza dimenticare un’altra irrinunciabile convinzione: noi riceviamo per dare. Gli insegnamenti morali fondativi acquisiti in famiglia vanno sempre restituiti, magari moltiplicati, per esempio, attraverso l’agire educativo…

Un motivo di rammarico. Forse, l’attenzione di Mario Lena per la poesia e le sue cure hanno sottratto tempo e motivi ispiratori alla scrittura in prosa: infatti, per mantenere la metafora del titolo, c’è vino, c’è buon vino anche nella sua cantina narrativa: lo dimostrano con ampia facoltà di prova gli scritti della seconda parte di questo libro, Pagine sorprendenti per chiarezza di esposizione, per il piglio del narratore di razza, per la capacità di delineare con pochi tratti luoghi, tempi, situazioni, caratteri, dinamiche, dinamiche psicologiche ed emotive. Ora la felice descrizione di un episodio dell’adolescenza tra le montagne, i dirupi e i boschi dell’Appennino, prova d’iniziazione al mondo adulto di un gruppo di teenager di settant’anni fa (Avventura all’orrido di Botri); oppure la remota, ma intensissima, memoria familiare di un colloquio col padre alla vigilia di un passaggio decisivo della vita dell’Autore, che, appena diciottenne, si trovava a dover indossare la divisa in una guerra sbagliata, ingiusta e perduta (Il coltellino rosso); o anche l’asciutta descrizione del male, quello fisico, che ti prende all’improvviso, contro cui è necessario attivare tutte le risorse possibili. Quelle personali e quelle dell’ampia cerchia degli amici solleciti e partecipi in questa umanissima vicenda affrontata dall’Autore con l’animo di un antico filosofo classico…


Mario Lena, Ho scolato 21 bottiglie, Maria Pacini Fazzi editore, Lucca 2013, pp. 144, Euro 13,00

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