foto Gianni Quilici |
Dialogo con l’autore
di Silvia Chessa
Questa foto è davvero
fantastica !
G. Q. Perché fugge nella sua indeterminatezza?
S. C. No, forse perché, grazie alla sua indeterminatezza, si auto qualifica benissimo e si distingue da tutte le altre.
Cioè, spiegami.
Per farti capire dovrei partire da un concetto riletto due giorni fa, è di Roberto Cotroneo: " quasi mai l'autore ha un'idea precisa di quello che andrà a raccontare. Spesso ne sa poco. Ancora più spesso non ne sa quasi nulla. Come è possibile questo ? È possibile perché la scrittura è una forma di svelamento di se stessi (da un lato) e a se stessi (dall'altro)".
Quindi mi stai dicendo che questa foto svela me in quanto fotografo, da un lato, e dall'altro svela me a me stesso?
Sì e no; voglio dire questo ma anche altro .. Voglio dire che siamo sovraccarichi di primati tecnologici e macchinette fotografiche super potenti dalle capacità di definizione strabilianti e qualità tecniche - sia degli strumenti che dei fotografi - elevatissime, ma tutto ciò è spesso esibito, direi quasi in modo sfacciato e invadente.Qui invece la qualità del mezzo fotografico e la perizia di chi lo utilizza è piegata, messa al servizio di un sentimento.
E quale sarebbe questo sentimento, per te?
Quel sentimento è la cultura della vita, di una energia universale dove tutti siamo chiamati ad immedesimarci, a farci trascinare ... è un gesto che richiama nella sua iconografica e sfocata potenzialità mille altri gesti e mille altri momenti, ma è al contempo unico e speciale.
Perché speciale?
Perché trascina e suscita suggestioni, ricordi, connessioni, da fare, o disfare. Insomma è qualcosa che semina emozioni, rimesta nel fondo dei ricordi. Il dove, il chi, il quando potrebbero spostarsi a piacimento, non si cattura il dettaglio, non si consentono coordinate. Eppure ..
Eppure?
Eppure mi sono venute in mente una serie precise di cose
foto di Gianni Quilici |
Tipo?
Tipo il quadro della danza di Matisse, oppure Silvana Mangano che balla il Mambo nella indimenticabile scena di "Anna" ( citata anche da Nanni Moretti), e gli uccelli -per i quali sarebbe banale citare Hitchcock - mi hanno trasmesso inquietudine ma anche attrazione, e senso di libertà. Insomma credo tu abbia catturato l'energia vitale di un momento unico ed irripetibile e, come un pompiere chiamato a spegnere un incendio dove bello e orribile si fondono (e qui il pensiero va alle terribili scene di Notre Dame che va a fuoco), tu abbia sentito in quell'istante di non volere agire direttamente sull'elemento fuoco, di non poterlo, o volerlo, mettere a fuoco ma semplicemente farti parte di quel tutto in perenne movimento, subirne l'impressione dandone testimonianza, per impressioni.
Tipo il quadro della danza di Matisse, oppure Silvana Mangano che balla il Mambo nella indimenticabile scena di "Anna" ( citata anche da Nanni Moretti), e gli uccelli -per i quali sarebbe banale citare Hitchcock - mi hanno trasmesso inquietudine ma anche attrazione, e senso di libertà. Insomma credo tu abbia catturato l'energia vitale di un momento unico ed irripetibile e, come un pompiere chiamato a spegnere un incendio dove bello e orribile si fondono (e qui il pensiero va alle terribili scene di Notre Dame che va a fuoco), tu abbia sentito in quell'istante di non volere agire direttamente sull'elemento fuoco, di non poterlo, o volerlo, mettere a fuoco ma semplicemente farti parte di quel tutto in perenne movimento, subirne l'impressione dandone testimonianza, per impressioni.
Gianni Quilici. Danza. Festa dei Popoli a San Concordio, Lucca. giugno 2019
Gianni Quilici. Volo d’uccelli? Lanzarote, gennaio 2019
1 commento:
"come un pompiere chiamato a spegnere un incendio dove bello e orribile si fondono"complimenti Chessa! Sempre un piacere leggerti
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