Giochi di una volta versus videogames: chi vincerà?
di Luciano Luciani
Tu dici videogames - quei giochi elettronici così vivaci, rumorosi e colorati ormai diffusissimi tra bambini e adolescenti - e pediatri, pedagogisti e psicologi scuotono la testa e storcono la bocca. Perché esistono dei rischi concreti nell'uso, e soprattutto nell'abuso, di questi nuovi media che, a quanto pare, diminuiscono le inibizioni, aumentano l'aggressività, incrementano i livelli di ansia con conseguenze gravi nella vita di tanti ragazzi: una chiusura solipsistica all'interno di un mondo fittizio e una perdita di contatto con la vita vera; un acutizzarsi dei comportamenti violenti e ostili per non parlare delle difficoltà nel sonno e di uno stato diffuso di iritabilità e affaticamento. Sono i regali avvelenati della contemporaneità, così come l'abbiamo voluta e costruita per i nostri figli: abbiamo donato loro realtà che non esistono, virtuali, che nascondono e allontanano dalla loro esperienza quelle vere, reali, concrete... E forse è giunto il tempo di cominciare a elaborare antidoti capaci, se non di contrastare, almeno di affiancare positivamente l' "irrealismo" dei videogames e le conseguenze negative che tanti fatti di cronaca ci consegnano quasi quotidianamente in tutta la loro gravità: crisi isteriche e atti di violenza nei confronti degli adulti che tentano con fatica di interrompere la spirale di dipendenza indotta dall'uso di strumenti apparentemente ludici, ma in realtà stranianti e pervasivi.
È il problema che probabilmente si sono posti i lucchesi doc Antonio e Jacopo Tolomei, rispettivamente padre e figlio, in questa loro bella e utile pubblicazione, Passato al presente. Giochi fai da te, che mira a ritrovare alcuni dei giochi con cui una volta si divertivano - e non poco - i bambini. Quelli che i ragazzini di due generazioni fa - più o meno - costruivano con le proprie mani, impegnandosi tanto nella progettazione, quanto nella loro realizzazione, utilizzando materiali poveri, di uso quotidiano, "di riporto", recuperati una volta esaurita la loro funzione primaria: vecchi giornali, filo di ferro, cassette per la frutta, scatole di cartone, chiodi, spaghi, elastici, manici di scopa... E poi colla, forbici, olio di gomito, pazienza e tanta, tanta fantasia. Prendevano vita così i trampoli e gli aquiloni, le trottole e i caleidoscopi, il carrettino e la pentolaccia: divertenti in sé e capaci di svolgere una funzione importante nel complessivo sviluppo della sfera cognitiva e della personalità del bambino.
La solita lode del buon tempo andato, potrebbe obiettare qualcuno... E se anche fosse? Non tutto quello che ci giunge dal passato è da respingere. Anzi. Il mondo di appena ieri è pieno di tante e tante buone pratiche che potrebbero essere rispolverate con non poco vantaggio pubblico e privato. E questo piccolo libro che si rivolge non solo ai ragazzi di oggi, ma anche a quelli di qualche anno or sono, oggi genitori e nonni, insegna piacevolmente "come si fa": non solo a costruire semplici giocattoli, ma anche a restituire un'anima alle cose. E poi, come è noto, saper rivivere con attenzione e rispetto il passato è vivere due volte.
Antonio & Jacopo Tolomei, Passato al presente Giochi fai da te, pp. 32, s.i.p. Per richiedere copie: a.tolomei@yahoo.it
23 agosto 2019
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