di Marigabri
“Dupin inspirò profondamente. Quella sera il mare aveva un odore intenso: sale, alghe, iodio. Respirare quell’aria faceva apparire tutto diverso.”
Un commissario “grande e grosso, robusto, massiccio” che ricorda un po’ la stazza del celebre Maigret -il padre letterario di tutti i commissari francesi- ma anche goffo e impacciato, al punto che “nessuno metteva mai in conto la rapidità e la fine precisione delle quali era insospettabilmente capace.”
Parigino di origine, da qualche anno è stato trasferito a Concarneau, perla della Bretagna, e ormai è completamente immerso nell’humus locale; riferimento costante è la sua perspicace segretaria, Nolween, depositaria dei segreti di un luogo incantevole e di un popolo orgoglioso delle sue radici ma spesso rude e ostico.
Il suo primo caso è l’inspiegabile omicidio di un noto albergatore di 92 anni, custode delle tradizioni di famiglia e amante dell’arte.
Siamo nell’ameno villaggio di Pont-Aven, diventato celebre perché a fine Ottocento vi arrivò Gauguin che inventò un nuovo stile e inaugurò una scuola di pittura. L’hotel, fondato da Marie Jeanne Pennec, la nonna della vittima, aveva intercettato i segni del tempo e aveva agevolato in tutti i modi l’atelier del celebre pittore. Ma cosa c’entra tutto questo con l’eliminazione fisica di un vecchio albergatore onesto e inoffensivo ?
Sbrogliare la matassa non sarà compito facile per il nostro commissario che porterà avanti la sua indagine arrovellandosi sulle testimonianze dei familiari e degli amici del defunto Pierre-Louis Pennec.
“In tutti i casi, a un certo punto venivano a galla i primi racconti veri; fino ad allora, tutti cercavano di creare superfici scivolose, opache, per non lasciar trapelare nulla delle storie reali. E tutti avevano le loro ragioni per farlo, non solamente i colpevoli.”
Grande protagonista il paesaggio bretone, con la bellezza e la forza di una natura prorompente e indomita.
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