“L’aria densa e polverosa mi riempie la bocca con un sapore di immondizia bruciata e benzina, mi si attacca alle gengiva e ai denti, mi riempie le narici.”
K è iraniano e vive in America, a Los Angeles insieme ai suoi genitori e ai suoi due fratelli più grandi. Sono perfettamente integrati, vanno a scuola ,giocano con i coetanei americani e nessuno dei tre fratelli vuole tornare in Iran, l’America è la loro “casa” , quella dove stanno bene. K che non svela mia il suo nome è un ragazzino dolcissimo, adora sua madre che fa l’infermiera e guarda con preoccupazione Baba, suo papà che era un ingegnere di successo e adesso è senza lavoro, beve e sperpera i pochi soldi nel gioco d’azzardo. Un bel giorno decide che lui e i suoi figli faranno un viaggio inaspettato in Iran. La madre non andrà, ma ad attenderli c’è il nonno con il suo grande affetto e la bellezza polverosa dell’Iran.
Ricordi e pianti, un evento terribile che lo segnerà per tutta la vita, K riuscirà a sopravvivere grazie alla compagnia e l’affetto dei fratelli. Quando finalmente tornerà in America, crescerà e scoprirà che per il suo migliore amico, Johnny prova un affetto diverso , un affetto prima rifiutato e poi accolto.
Un particolare romanzo di formazione almeno per molti criteri: la narrazione in prima persona , il protagonista che cresce e cambia e affronta un viaggio metaforico e uno fisico verso un luogo che non conosce, ma chi narra è un ragazzo che non ha gli strumenti necessari per poter analizzare razionalizzare le vicenda della sua infanzia.
Interessante l’utilizzo del presente semplice per l’intera narrazione, come se il lettore fosse testimone di tutto quello che accade proprio nel momento in cui sta accadendo. Non c’è tempo per riflettere, non si può ragionare a mente fredda, è tutto qui e ora. La lotta di K per crescere, per preservare la sua natura, per affermare chi è e ciò che vuole , per combattere contro l’odio, per conquistare la sua indipendenza e costruire il proprio futuro è ciò che troviamo in queste pagine dense e scritte con naturalezza.
Un esordio delicato, struggente, potente, intimo e collettivo che mi sento di consigliare.
SALUTERO’ DI NUOVO IL SOLE di KHASHAYAR J. KHABUSHANI NNEDITORE

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