31 marzo 2010

"Il pescatore di sassi" di Beppe Calabretta


di Luciano Luciani
Partiamo dal protagonista. È un uomo di mezza età, lavora presso la questura di una città di provincia e ha deciso di ritagliarsi una pausa dal lavoro, anche perché la sua compagna lo ha lasciato: nel senso che la bella Elina ha scelto di seguire la propria vocazione professionale, quella di archeologa. Una campagna di scavi l’ha portata nei deserti del Medio Oriente armata di piccozza, paletta e pennello, a ritrovare “qualche traccia di un passato antico rimasto sepolto per secoli”. È la prima volta che accade e il nostro protagonista, Bruno Carcade, non è che l’abbia presa benissimo: non è più abituato a stare da solo ed è in un certo senso un po’ geloso perché sente di essere secondo rispetto alla passione della moglie per il proprio lavoro. E, così, approfitta di questa pausa per ritornare a Sud, al proprio paese d’origine: mentre è lì, tra mare, sole e pensieri lo raggiunge la telefonata di un collega, suo omologo nella questura locale. Chiede aiuto. È alle prese con un caso misterioso e non sa come sbrogliarlo… È stato trovato ammazzato un uomo con la testa fracassata da un sasso. È un professore di storia dell’arte in pensione, vedovo, senza figli. Viene dalla stessa città di Carcade e ha eletto il piccolo borgo del Sud a suo domicilio privilegiato per l’ultima parte della sua vita. È un collezionista di sassi che adopera per decorare la sua ultima casa: “un vero incanto”, dove i sassi, appunto, e i fiori giocano un ruolo decisivo in un ambiente organizzato con estremo gusto, misura, equilibrio. Relazioni di questo professore con il contesto quasi nessuna, moventi zero. Un mistero fittissimo. Obtorto collo, più per amicizia che per intima convinzione o, forse, per il gusto della caccia, Bruno si mette all’opera, coadiuvato nell’indagine dalla Sovrintendente di Polizia Vanessa Pezzoli, un personaggio destinato a rimanere nella memoria e nel cuore. Giovane, attraente, intelligente, operosa come Bruno Carcade è, però, con la testa tutta da un’altra parte. Ha, infatti, appena scoperto di aspettare un bambino, e, per quanto si sforzi di essere efficiente, questa condizione la distrae dagli impegni investigativi. Simpatici i contrappunti tra la nostra Vanessa e il ‘duro’ Bruno che, apparentemente brusco, burbero e sbrigativo, è in realtà un uomo provvisto di grande umanità e di un altrettanto grande bisogno d’affetto.
Ci sono ovviamente nel libro altre figure femminili (Valentina, magistrato dal doloroso passato; Anna che gestisce un piccolo negozio di delikatessen) e tutte contribuiscono a delineare una personalità del morto complessa e sfuggente, mentre, a complicare le cose, sulla vicenda si allungano inquietanti sia le ombre dei poteri criminali che dominano la zona, sia quelle di un passato della vittima che sembra irreprensibile, ma forse non lo è proprio del tutto. E quando ogni ipotesi è stata formulata e scartata, ecco il colpo di teatro finale che sorprende e spiazza i Lettori
Bravo l’Autore è a realizzare la difficile alchimia tra una scrittura – sobria, asciutta – e una storia che si rivela capace di evocare atmosfere di mistero e di intrigo, di trasgressione e di faticoso ristabilimento dell’ordine, dell’equilibrio: ovvero l’essenza di ogni romanzo poliziesco.
In più Beppe Calabretta aggiunge alcune “nuances”, del tutto personali. Per esempio una robusta sensualità che si rivela con un’acuta attenzione a tutte le manifestazioni della bellezza: quella dei luoghi della “Casa del Paradiso”; quella delle forme femminili e una spiccata sensibilità per i cibi, il loro sapore, il modo migliore per gustarli. Bella la battuta sul caffè che va bevuto con tre esse: a sorsi, seduti e scottante. Dati edonistici che, per chi ama le catalogazioni, arruolano l’Autore all’interno del “poliziesco mediterraneo”, quello che ha grandi tradizioni e grandi padri, come Vasquez Montalban e Andrea Camilleri, per intenderci. Beppe Calabretta non sfigura affatto nel confronto con i Maestri: anzi, ci aggiunge del suo e ne condivide, si leggano le battute finali, le profonde intenzioni civili.

Beppe Calabretta, Il pescatore di sassi, Bonaccorso editore, Verona 2009, pp. 160, Euro 13,00