21 febbraio 2014

"Inizi di poesia" di Gianni Quilici





Mi piace giocare.
E come certi personaggi dei romanzi di Nick Horbny classificare.
L'ho fatto con amici e amiche,
l'ho fatto in solitario.

Classificare non solo per giocare,
ma per selezionare,
per fare i conti
con i nostri gusti.

Classificare per non consumare,
per sedimentare una memoria labile,
se non coltivata.

Ecco “ Inizi di poesia"
non però quelli che necessariamente
 amo di più,
gli inizi di poesia secondo 
uno stile o un sentimento,
una tematica o una qualità intrinseca.

Anche per esprimere (io) una soggettività,
per aprire possibili scambi
per continuare a giocare, selezionare, memorizzare. 







 Poesia come nitidezza
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna.
                        Giacomo Leopardi

Poesia come narratività
Era di mezzo luglio. un bellissimo giorno.
Io solo, per le crepe del ghiareto salivo,
in cerca delle svolte nell'ombra, lentamente.
                                    Antonio Machado
trad. Oreste Macrì

Poesia come interrogativo
Deve il mattino sempre ritornare?
La potenza terrestre avrà mai fine?
Consuma un vano affaccendarsi il volo
celeste della notte. E mai l'offerta
segreta dell'amore
arderà in eterno?
                                   Novalis
trad. Giovanna Bemporad


Poesia come nostalgia
Sì! ora è deciso. Irrevocabilmente
ho abbandonato i miei campi nativi.
Sopra di me con il fogliame alato
più non stormiranno i pioppi.
                                             Sergèj Esènin
trad: Angelo Maria Ripellino 

Poesia come gioco apparente
Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
“follia”.
                       Aldo Palazzeschi


La poesia come epigramma
Non siete mai esistiti, vecchi pecoroni papalini:
ora un po’ esistete perché un po’ esiste Pasolini.
                                         Pier Paolo Pasolini


La poesia come erranza
Andavo i pugni stretti nella tasche sfondate,
Ed anche il mio pastrano diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa, ed ero il tuo fido;
quanti splendidi amori ho mai sognato allora!
                                                     Arthur Rimbaud
Trad. Ivos Margoni

Poesia come distanza
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.   
                      Eugenio Montale

Poesia come visione musicale
La nebbia a gl’irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
                            Giosue Carducci

Poesia come essenzialità       
M’illumino
D’immenso
              Giuseppe Ungaretti

Poesia come perdita
Tutti i luoghi che ho visto,
che ho visitato,
ora so – ne son certo:
non ci sono mai stato
              Giorgio Caproni

Poesia come dialogo apparente
Io non sono Nessuno! Tu chi sei?
Nessuno –neanche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Spargeranno la voce!
                              Emily Dickinson

Poesia  come desolazione
Aprile è il più crudele dei mesi: genera
Lillà dalla morta terra, mescola
Ricordo e desiderio, stimola
Le sopite radici con la pioggia primaverile.
                                   Thomas Stearns Eliot
Trad. Mario Praz   

Poesia come aforisma
Felice chi è diverso
Essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
Essendo egli comune.
                     Sandro Penna

Poesia come lugubre, notturno mistero
Un tempo –era una lugubre mezzanotte – studiavo
Stanco e triste, bizzarri codici dimenticati,
e quasi m’assopivo quando, improvviso, un colpo
udii, come un leggero bussare alla mia porta.
“Qualche visitatore che bussa alla mia porta, -
                           -mi dissi,- e nulla più”
                                          Edgar Allan Poe
Trad. Franco De Poli

Poesia come fugacità
Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto sia
Di doman non c’è certezza
                              Lorenzo dei Medici

Poesia come maledizione
S’i fosse foco, ardere’ il mondo;
S’i’ fosse vento lo tempesterei
                                  Cecco Angiolieri

Poesia come lapidaria disillusione
Non vi fate sedurre:
non esiste ritorno.
Il giorno sta alle porte,
già è qui vento di notte.
Altro mattino non verrà.
                     Bertolt Brecht
Trad. di Franco Fortini

Poesia come erotismo
Vieni, entra e coglimi, saggiami e provami...
comprimimi discioglimi tormentami...
infiammami programmami rinnovami.
Accelera... rallenta...disorientami.
                                                Patrizia Valduga         


Poesia come dichiarazione amorosa
Maravigliosamente
un amor mi distringe
e sovenmi ad ogn’ura
                        Jacopo da Lentini

Poesia come denuncia civile
La guerra non viene più dichiarata,
ma proseguita. L’inaudito
è diventato quotidiano. L’eroe
resta lontano dai combattimenti. Il debole
è trasferito sulla linea di fuoco.
                                   Ingeborg Bachmann
Traduz. M. T. Mandalari

Poesia come eros effimero
Ero per strada, in mezzo al clamore.
Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l’orlo della sua veste sollevò con la mano.
                                    Charles Baudelaire
Trad. Giovanni Raboni


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