03 settembre 2018

“Volti metropolitani” foto di William Klein



di Gianni Quilici

Guardo la foto e mi colpisce. Però  soltanto con uno sguardo attento  mi conquista e si scolpisce.
Perché se si dà un’occhiata veloce la forza e la varietà dei volti  può essere “distratta” da uno squilibrio compositivo: il profilo in primissimo piano della ragazza che invade quasi metà dell’inquadratura. E l’occhiata sarebbe  comunque corretta se la foto non avesse quella complessità di segni difficili da cogliersi senza un’osservazione più meditata.

Mi colpiscono, infatti, in questa foto di William Klein, due elementi che, per comodità espositiva, separo, ma che inevitabilmente si fondono.

Primo elemento: l’intensità di alcuni volti e l’anonimato di altri, tutti ( o quasi)  tagliati e scolpiti nella loro inconsapevolezza, persi nei loro pensieri fatui o concentrati che siano. Su questi spicca con singolare evidenza il profilo della ragazza, per l’energia espressiva e l’incisione dello scatto.

Secondo: la profondità ritmico-musicale della composizione, nella quale i visi si scandiscono dai primissimi piani fino al campo medio nello sfondo più impersonale dell’obiettivo fotografico armeggiato da una mano.

E’ una delle numerose foto in cui William Klein, dentro una folla o un gruppo, rappresenta felicemente l’anima della metropoli, attraverso immagini ravvicinate degli attori che la vivono. Foto più o meno “rubate”,  corpo a corpo coi corpi, ripresi con grandangoli potenti, adatti a ritrarre molteplici varietà di stati d’animo e di espressioni in poco spazio, moltiplicando il rapporto tra di essi e gli sfondi.  Da qui la necessità di superare l’inquadratura perfetta in tutti i suoi molteplici canoni, in favore dell’attimo nel suo movimento, casualità, possibile deformazione, caos.   

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