di Marigabri
Edna O’Brien, la grande scrittrice irlandese che fu messa al bando quando nel 1960 uscì il suo primo libro, “Ragazze di campagna”, decide di avventurarsi nell’autobiografia.
Nel prologo Edna racconta di essere appena stata definita “un pianoforte rotto” dalla ragazza che l’aveva sottoposta al test dell’udito e prescritto un apparecchio acustico che lei non riuscì a mettere mai.
“ ‘Un pianoforte rotto’ mi ronzava di continuo nelle orecchie, nelle sue varie accezioni, e malgrado ciò mi fece pensare ai tanti doni della vita: aver conosciuto gli opposti di gioia e dolore, amori incrociati e amori non corrisposti, successo e fallimento, fama e biasimo […] eppure, ciononostante, continuare a scrivere e a leggere, essere tanto fortunata da riuscire a immergermi in quelle due intensità che fanno da contrafforte a tutta la mia vita”.
Fu così, che una volta a casa, mentre l’aroma del pane caldo, “portatore di ricordi”, si diffondeva intorno, “nel mio settantottesimo anno di vita, mi sedetti e incominciai a scrivere l’autobiografia che avevo giurato di non scrivere mai.”
Edna ritorna al tempo dell’infanzia a Drewsboro, villaggio agricolo immerso nella contea di Clare, “luogo sacro” per eccellenza, la cui intima essenza coinciderà per sempre con il nome incancellabile di “Casa”. La cornice naturale e la vocazione alla scrittura si intrecciano. “Mi piaceva scrivere all’aperto, nei prati. Le parole correvano insieme a me. Scrivevo storie immaginarie, ambientate nella nostra torbiera o nell’orto, ma non mi bastava, perché volevo entrare dentro le storie nello stesso modo in cui tentavo di ritornare nel ventre di mia madre”.
Poi la fanciullezza nel convento di suore dove riceverà la sua istruzione, l’educazione religiosa rigidamente cattolica, e conoscerà soprattutto i turbamenti del suo primo amore adolescente. L’ambiente asfittico e bigotto trattiene la giovinetta tra le sue grinfie e misura la sua forza di opposizione e resistenza.
Ma “il mondo con tutti i suoi peccati e le sue malizie e le lusinghe, mi stava chiamando”. E sarà Dublino ad aprirle gli occhi sul mondo e su se stessa. “Ero affamata come un lupo. Di cibo. Di vita. Di storie che avrei messo per iscritto, ma ogni cosa era effervescente e in divenire per il mio cervello sovraeccitabile.”
Edna ha vent’anni e la collaborazione a una rivista le fa conoscere il suo futuro marito Ernest Gebler, molto più vecchio di lei, acido e platealmente invidioso del suo talento, dal quale avrà due amatissimi figli e una grande parte di infelicità.
Negli anni Cinquanta è a Londra dove ferve la vita, la musica e la cultura e nel 1960 scriverà il suo primo romanzo. “Piansi parecchio scrivendo ‘Ragazze di campagna’, ma quasi non mi accorgevo delle lacrime, e comunque erano lacrime buone. Cadevano su sentimenti che non sospettavo nemmeno di avere.” Il libro sembrava scriversi da solo aprendo lo scrigno dei ricordi dal quale usciva un mondo di memorie amare e ardenti.
Quel libro (non meno che il suo trasgressivo matrimonio) le valse la rottura definitiva con la sua famiglia e con il suo ambiente di origine.
Poi la tormentata separazione, la gloria effimera e la ricaduta nell’indigenza, gli incontri e i viaggi a New York, la ricerca dell’amore e gli inevitabili naufragi. L’attaccamento alla scrittura e il tormento per la sua periodica assenza. E i brevi folgoranti ritratti. R.D.Laing, Jackie Kennedy, Philip Roth, John Houston… E anche il genio irlandese incarnato da Joyce (autore di culto) e da Beckett, statuario nel suo impenetrabile silenzio. L’Irlanda, sempre. Sentiamo Beckett (un altro espatriato) dire: “ ‘Non c’è alcun bisogno di tornare’, ma io sapevo che non avrebbe potuto scrivere dei fossi e delle margherite e della terra coperta di rovine se non l’avesse amata, quella terra, nella sua splendida e triste e immortale solitudine.”
E infine il ritorno a Drewsboro, la ricerca vana della casa ideale, del luogo ideale, dell’amore vero.
“Ma io ero tante persone.”
Delle diverse anime di Edna O’Brien qui si può avere un assaggio. Del suo talento innegabile una ulteriore conferma.
Edna O'Brien. Country girl. Elliot.
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