Giuseppe e Fernando Luciani, romani di origine ciociara, nati entrambe intorno alla metà degli anni Venti del secolo scorso, sono accomunati nelle pagine di Tra contagio e memoria. Liber familiaris dal filo rosso che in vita li ha sempre uniti. Ovvero l'appartenenza politico-ideologica: il loro essere stati militanti consapevoli di quell'intellettuale collettivo rappresentato dal Partito comunista italiano e, ognuno al suo posto di lavoro, sindacalisti impegnati nella difesa e promozione dei diritti dei lavoratori.
Esistenze, le loro, dense oltre che di un senso forte della famiglia, anche di valori ideali alti e di speranze in un riscatto sociale e culturale non solo individuale, ma collettivo, non solo materiale, ma morale.
Un'eredità impegnativa che i figli e i nipoti hanno cercato, e cercano a tutt’oggi, ognuno a suo modo, di onorare, raccogliere e declinare nel loro tempo e nel loro segmento di Storia. Con maggiore o minore successo: sempre, comunque, avendo negli occhi e nel cuore il riferimento forte dei padri.
Figlia e nipote, Marina racconta il padre e lo zio, i fratelli e i cugini, nei faticosi percorsi personali che hanno attraversato l’intero Novecento.
Marina Luciani, Tra contagio e memoria. Liber familiaris, La Grafica Pisana, Bientina (Pi), 2021, pp. 104, euro 12,00
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