17 agosto 2023

"Elogio della disobbedienza civile" di Goffredo Fofi

 

di Carla Rosco

      Goffredo Fofi è saggista, critico cinematografico, letterario e teatrale, dirige la rivista “Gli asini”.

      Di Fofi Nottetempo  ha pubblicato di nuovo “Elogio della disobbedienza civile”, un breve e intenso libro sullo stato delle cose: la cultura, scrive, è diventata la merce fondamentale della distrazione, esiste una cultura iper-maggioritaria che è unica e servile, “la sua funzione emancipatrice è da tempo una mera finzione, così come quella della scuola nei suoi vari ordini”.

     Radicale Fofi contro “l’inconcludenza”, poiché un’idea vale l’altra, ed è ben raro che a un’idea buona consegua una qualche pratica “antagonista”.

      Secondo l’autore, il ventennio fascista aveva una vitalità diversa, una chiara proposta negativa, antidemocratica; mentre il trentennio recente è stato benedetto dal popolo ed ha visto una mutazione radicale nel sistema economico-finanziario, è stata l’epoca dei nuovi ricchi trionfanti, del “narcisismo di massa”, delle consolazioni nel consumo: “Si affermava con Craxi e Berlusconi (e poi Veltroni e D’Alema) una generazione di arrivisti di tipo nuovo, figli di una piccola borghesia famelica e amorale”.

     La strada giusta per affrontare  i problemi più gravi del nostro presente dovrebbe portare alla disobbedienza civile. Per Gandhi praticare la disobbedienza civile significò porsi fuori legge in modo civile, ossia nonviolento.

      La pensava allo stesso modo Thoreau quando rifiutò di pagare , nel 1846, una tassa per finanziare l’esercito degli Stati Uniti in una guerra contro il Messico che egli considerava ingiusta.

     Gandhi, nel 1922, sostiene che la disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo Stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto, e che i metodi di lotta devono essere limpidi, avendo rispetto per il nemico (si combatte il peccato, non il peccatore), i fini e i mezzi devono essere la stessa cosa: nelle grandi lotte e nelle piccole, nella vita quotidiana come in quella associativa.

     Per Gandhi e per tanti come lui “non si deve accettare il mondo com’è”, non si possono accettare l’ingiustizia, la sopraffazione, la violenza, quale che sia l’esito della nostra azione.

      La nonviolenza deve essere attiva, è soprattutto un modo di intervenire e di essa fanno parte la nonmenzogna e la noncollaborazione.

      “Forse, anzi certamente - scrive Fofi - si continuerà a perdere, ma vivere alla giornata dei capricci di un sistema dominato dall’avidità, dalla menzogna, dalla violenza, dall’indifferenza al futuro e alle conseguenze delle proprie azioni predatorie non è vivere ma vegetare. Continuare a consumare le droghe che inventano per noi è quanto loro vogliono che noi si faccia”.

      Stupisce Fofi quando parla del “conflitto provocato dall’antico imperialismo russo nei confronti dell’Ucraina più debole e forse (forse) più sana”. Ora non sono pochi quelli che ritengono che l’Ucraina si trovi (e già da prima dell’invasione russa) in mezzo a due imperialismi, quello russo e quello statunitense  purtroppo per lei ed anche per noi.

 Goffredo Fofi   Elogio della disobbedienza civile.           Nottetempo nuova edizione  euro 10

 

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