25 agosto 2023

"I figli della mezzanotte" di Salman Rushdie

 

di Giulietta Isola

“Ma chi sono io? sono la somma di tutto ciò che è accaduto prima di me, di tutto ciò che mi si è visto fare, di tutto ciò che mi è stato fatto. Sono ogni persona e ogni cosa il cui essere al mondo è stato toccato dal mio. Sono tutto quello che accade dopo che me ne sono andato e che non sarebbe accaduto se io non fossi venuto. E ciò non mi rende particolarmente eccezionale; ogni “io”, ognuno di noi che siamo ora più di seicento milioni, contiene una simile moltitudine. Lo ripeto per l’ultima volta: se volete capirmi, dovrete inghiottire un mondo."

       Questo non è un libro comune e soprattutto non è lo stereotipo dell’India, ci sono ovviamente tanti elementi già conosciuti, ma Rushdie è uno scrittore geniale che può permettersi di abbandonare i tanti i luoghi comuni per presentare, a noi snob occidentali, un mondo tanto diverso dal nostro.

        La connivenza di tantissime divinità spesso in conflitto tra loro, la credenza superstiziosa, il convivere di antico e moderno sono presentati in chiave ironica da un uomo che conosce il proprio Paese, che ha subito il giudizio religioso di una fatwa, una condanna, proprio per i toni scanzonati con cui parla della religiosità. 

        Rushdie è un orientale che conosce i costumi occidentali e ha saputo raccontare la propria identità senza scadere nell’etnico da tre soldi. Saleem Sinai , il protagonista, è arrivato al capolinea della sua lunga e complicata vita e come spesso succede decide di raccontare per intero la sua storia personale, partendo dai suoi nonni fino ad arrivare alla storia del suo Paese, cui inevitabilmente e strettamente la sua biografia si lega senza soluzione di continuità.

        Figlio illegittimo di un ricco inglese e di un’indiana povera che muore di parto, Saleem diventa oggetto di pietà di Mary, una infermiera che lo scambia di culla col figlio di una ricca coppia di indiani salvandolo, in questo modo, da una vita di stenti e miseria. Cresciuto nell’agiatezza, sviluppa un’indole molle, un carattere passivo e remissivo, mentre l’altro, Shiva, è condannato ad una esistenza di povertà e sofferenza che gli forgia un carattere violento e rancoroso. Ben presto Saleem scopre che tutti i bambini nati allo scoccare della mezzanotte del 15 agosto 1947, il momento preciso in cui l’India proclama ufficialmente la propria indipendenza dall’Impero britannico, hanno dei poteri speciali; sono tutti bambini straordinari, che tutti chiamano “i figli della mezzanotte”. 

       Saleem ha il suo potere “speciale” nel naso enorme, adunco, sensibilissimo, che gli permette di penetrare il cuore ed i pensieri delle persone, che si trasformano in odori. 

        La peculiarità di Shiva è invece quella di possedere una forza erculea concentrata nelle ginocchia. Saleem e Shiva non sono solo “fratelli” della coincidenza, loro malgrado, ma anche figli di un Paese in trasformazione, dentro il quale vivono ed affrontano la loro vita scambiata, con tutto quello che una permuta del genere comporta. La guerra fra il neonato Stato indiano ed il confinante Pakistan , poi il conflitto interno tra Pakistan orientale ed occidentale dal quale cui nascerà il Bangladesh, Indira Gandhi che azzera quasi tutte le libertà personali , in questo contesto vive Saleem la cui storia è legata a quella del suo paese. 

       I figli della mezzanotte è una lettura senza compromessi, Rushdie ,con l’intento di narrare la vita di un uomo, ci racconta, nel suo modo bizzarro, surreale, spesso apparentemente grezzo e contorto, la storia dell’India nel momento in cui riacquista la sua indipendenza e negli anni successivi, quando il Paese è attraversato da ondate di pulsioni tremende che vengono da fuori o gli partoriscono in grembo. 7   

       La lettura non è semplice, tanti i flussi e riflussi, anticipazioni, tentennamenti, incursioni estemporanee di personaggi che con la storia principale non hanno niente a che vedere, si potrebbe pensare ad un grandissimo caos se non ci fosse la grande capacità di Rushdie di tenere magistralmente tra le dita tutti i fili della storia senza ingarbugliarli in una matassa inestricabile. 

         Il lettore diventa parte integrante di questa storia corale, un personaggio onorario tirato in mezzo dalla potenza magnetica della narrazione. Il racconto dell’India che troviamo in queste pagine è struggente e partecipato. 

        Consiglio la lettura ai lettori pazienti che avranno l’occasione per scoprire quanto ci sia ancora da conoscere nella storia di un paese così grande e lontano.

I FIGLI DELLA MEZZANOTTE di SALMAN RUSHDIE MONDADORI EDITORE

 


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