di Marigabri
“È tutta esperienza, dispiace solo che debba essercene così tanta”.
Sono le parole di Kingsley Amis, il padre scrittore dell’ormai più celebre Martin, parole che possiamo citare a esergo di questa splendida autobiografia.
Certo, conoscendo meglio le opere di Kingsley e di altri scrittori sovente citati probabilmente si apprezzerebbe di più il testo.
Ma anche un’informazione sommaria nulla può togliere al fascino di una scrittura impeccabile e di una storia trascinante; sono molte storie, in realtà, che si avvicendano: dai solidi legami famigliari alla persecuzione del mal di denti; dalla tragica sorte toccata alla giovane cugina Lucy Partington alla furiosa rottura dell’amicizia con Julian Barnes; dall’affettuoso rapporto con la “matrigna”Jane Elizabeh Howard fino alla straziante morte del padre. Vita, morte, dolore. Esperienza.
E poi le riflessioni sulla scrittura e sugli scrittori venerati (Nabokov e Bellow su tutti) e sulle tragedie e le commedie dell’essere al mondo.
Come un esperto equilibrista Amis si muove sul filo di un racconto esemplare: commovente e ironico, sobrio e vibrante insieme.
“Ripeto a me stesso quello che mi sono sempre detto. E cioè quello che da sempre si dicono gli scrittori, che lo sappiano o no. I tuoi sentimenti sono universali.”
Ed è proprio questo che Amis scrivendo dimostra.
Martin Amis. Esperienza. Einaudi
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