12 maggio 2024

" Finale di partita" di Carlo Petrini

 


     Carlo Petrini e il suo Finale di partita

 di Luciano Luciani

        Per la cura della moglie Adriana, in questo mese di maggio 2024 è apparso in libreria Finale di partita, libro postumo di Carlo Petrini, in gioventù calciatore “maledetto” e, qualche anno dopo, scrittore ancor più tale. 

      Una raccolta di scritti vari, alcuni già editi, altri completamente inediti che riprendono il filo del best seller, Nel fango del dio pallone, Milano 2000. Allora, quasi un quarto di secolo fa, questo libro rappresentò un vero e proprio pugno nello stomaco del lettore ed ebbe il merito di rivelare, e non solo agli addetti ai lavori, “di che lagrime grondi e di sangue” il rutilante mondo del calcio: giocatori dopati e rovinati per sempre nel fisico; partite truccate, comprate e vendute; giovani esistenze bruciate da soldi facili, eccessi, trasgressioni… 

      Un racconto del calcio di serie A qual era negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, ma che, a giudicare da non pochi indizi e segnali non sembra davvero essere granché cambiato in meglio. Ce n’è per tutti in questo Finale di partita e la penna di Petrini, scomparso nel 2012, cannoneggia ad alzo zero e non risparmia nessuno: non le società sportive e i loro dirigenti, allegri manovratori di miliardi di lire ieri, oggi di milioni di euro; non la genia dei narcisi assoluti, ovvero i calciatori; non i giornalisti sportivi, proni agli interessi di questa o quella squadra e pronti per vendere qualche copia in più a lisciare il pelo a tifoserie ridotte a orde incattivite e selvagge, spesso contigue a poteri criminali. 

       Si legga, in proposito, Il calciatore suicidato, Milano 2001, bel libro inchiesta di Petrini su Donato, “Denis” Bergamini, ventisette anni, “un buon centrocampista. Uno che con la palla ci sapeva fare…”, e la sua morte, tragica e ancora misteriosa.

     Nella prefazione, scritta con gli occhi asciutti,  governata e commossa insieme, Adriana Clocchiatti racconta l’ultima parte della vita del marito: quella segnata da malattie gravi e invalidanti che si intrecciavano con le polemiche “pallonare” portate avanti da alcuni - ex colleghi calciatori, allenatori, dirigenti, giornalisti sportivi - e i silenzi interessati di molti. 

      Senza nessuna pretesa di sottolineare la qualità letteraria di queste pagine, pure ben scritte e di grande valore documentario, la curatrice dichiara di avere inteso, invece, mostrare, con misurata discrezione, un uomo diverso. Ovvero, l’intimità sia del combattente determinato di tanti incontri nei campi della serie A, sia del polemista coraggioso e risoluto che in una decina di libri, ci ha raccontato il lato oscuro e corrotto del pallone. Una persona perennemente tormentata dal ricordo delle sue fragilità e che non si dava requie per non essere stata sempre e comunque all’altezza delle sfide che la vita di continuo ti propone. Uno come tutti, insomma… 

       A conclusione delle sue pagine introduttive la moglie di Petrini ribadisce di aver solo voluto rinnovare la testimonianza del calciatore di Monticiano a beneficio dei nuovi, più giovani lettori “e comunque per riavvicinare Carlo, idealmente, a tutti coloro che gli hanno voluto bene.” Una voce dolente, amara e disillusa, quella di suo marito che si è tentato in tutti i modi di silenziare, ma che tenace riappare come un fiume carsico e ci ammonisce che la più gran parte di ciò che appare del fascinoso mondo pallonaro è falso: nient’altro che un circo, appariscente, rumoroso e illusorio, con i nani e i pagliacci, le ballerine e gli animali ammaestrati.


Carlo Petrini, Finale di partita, a cura di Adriana Clocchiatti, Edizioni Blues Brothers, Milano 2024, pp. 180, Euro 16,00

 

 

 

 

 

 

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