di Gianni Quilici
Immagino che Mario
Dondero non ci abbia pensato molto a scattare quella che diventerà questa foto; non abbia, cioè, chiesto,
suggerito, aspettato come, di solito, un fotografo fa con i ritratti. Come si può
evincere dall’intervista di Massimo Raffaelli presente nel libro “Scatti per
Pasolini” (1) dice infatti: “Andavo a casa di Pasolini come potevo andare
a casa tua… Per esempio ti faccio una foto con tua madre, la faccio per
simpatia, siamo insieme e te la faccio .. . “.
Credo, invece, che abbia visto la felicità dello scatto, nei movimenti che si creano spontanei. Felicità che va oltre il realismo; coglie, invece, qualcosa di intimo e di complesso, già allora, siamo nel 1962, ma molto di più oggi. Aggiunge ancora Dondero: “Io non avevo pensato assolutamente di aver fatto una foto straordinaria, è Pasolini che è diventato straordinario”
Osserviamo la
foto. Lo sguardo di
Pasolini potrebbe sembrare, e forse lo è, sereno e dolce e sembra apparentemente
affidarsi al fotografo amico; e con la camicia bianca con giacca e cravatta potrebbe
apparire, ad un occhio superficiale, come uno dei tanti piccolo borghesi primi
anni ’60. In realtà, guardando con attenzione, il suo è uno sguardo fermo, di chi è padrone di se
stesso, quindi anche misterioso. Certo è
diverso dai quei primi e primissimi piani dell’ultimo Pasolini fotografato da
Dino Pedriali e da Giovanni Giovannetti, che esprimono l’energia e la forza e,
in certi scatti, la drammaticità del
pensiero dell’artista e, in un certo senso, dell’attore, che si fa soggetto
della fotografia stessa.
Mario Dondero |
Per la grande
somiglianza fisica e psichica tra madre e figlio, che richiama quel sentimento
viscerale, quell’amore simbiotico, che Moravia ha definito in un’intervista “impressionante,
un rapporto che tipifica in pieno la teoria di Freud” (2) e di cui Pasolini stesso ha scritto più volte.
Per il tipo di
inquadratura: Pasolini in primo piano, l’uomo pubblico, l’artista famoso, ma dietro
le sue spalle, lei, Susanna, la madre, come presenza non solo vicina, non solo
protettiva, ma, come scriverà il poeta in una famosa poesia, “insostituibile”,
che l’immagine riesce, in qualche misura, a evocare.
1. Mario Dondero.
Scatti per Pasolini. A cura di Elisa Dondero e Massimo Raffaelli. 5 Continents Editions. 2. Pasolini raccontato da Moravia. Gli speciali
di Epoca.
Mario Dondero.
Pasolini e la madre. 1962.
Nessun commento:
Posta un commento