di Luciano Luciani
San Vito, paese o periferia?, Nodino 2015, di Cesare Marchetti e Guglielmo Sonnenfeld è un libro che, utilizzando materiali diversi (ricordi di anziani, testi poetici, documenti ufficiali, la rara letteratura preesistente e tante, tante fotografie!), ricostruisce la vicenda di San Vito, antica e popolosa borgata a ridosso di una città di provincia, Lucca, trasformatasi in periferia nei tumultuosi decenni che vanno dal dopoguerra a oggi. Una storia in cui l'antica unità paesana e la coscienza comunitaria di un secolare borgo toscano si trovano, in poco più di mezzo secolo, a essere investite da emergenze abitative di ogni tipo prima, fenomeni speculativi poi che ne hanno mutato radicalmente l'originaria propensione rurale e la tipologia degli abitanti: in una parola, ne hanno cambiato la stessa “anima”.
Oggi, San Vito è un territorio anonimo, non più campagna e non ancora città. Stradine, stradone, quel che resta di campi destinate alle originali colture; agglomerati in cui attorno a vecchie residenze contadine spuntano disordinatamente negozi, garage, fabbrichette artigiane chiuse da tempo, centri commerciali, case popolari, villette a schiera, casermoni condominiali in pretto stile “palazzinaro”, capannoni industriali in disuso. Tutto questo alle porte di Lucca, a pochi passi da luoghi di bellezza come le Mura, San Frediano e San Martino, Ilaria e l'Anfiteatro... Mentre tutt'attorno si moltiplicano i raccordi, gli svincoli, gli scorrimenti veloci, le circonvallazioni, i caselli autostradali, “luoghi non luoghi” abitati da Tir, Suv, fuoristrada di città (?). Territori dell'erranza, tapis roulant di uomini e merci: il prodotto di un'urbanizzazione dissennata che non ha mai risposto non solo a una ragione estetica, ma a una ragione qualsiasi che non fosse quella della speculazione e del profitto veloce e rapace.
Ma, come diceva Sofocle, “la città è gente”: è persone e famiglie; è voci, rumori, suoni; è colori, odori di cibi e memoria di sapori indimenticabili. È afrore di umanità, è gomitolo di storie minori e minime che si avviluppano, si addensano, si sciolgono... È vita di individui e gruppi impegnati non solo a garantirsi una difficile sopravvivenza, ma anche a unirsi per contrastare, a volte con successo, la perdita di identità e di socialità e la disumanizzazione che sempre accompagnano il destino delle aree compromesse dagli stravolgimenti urbanistici e da uno sviluppo insensato. Per mantenere, comunque, direzione e significato, personali e collettivi. Sono queste le memorie privilegiate a cui si rifanno con larghezza gli Autori del libro per preservare un “patrimonio comune e riconoscibile, custodito ancora nel cuore degli abitanti di San Vito, a cui poter attingere per le trasformazioni future di questa comunità”.
Guglielmo Sonnenfeld – Cesare Marchetti, San Vito paese o periferia? Racconti e storie dal dopoguerra agli anni duemila, Edizioni La Grafica Pisana, Collana Scava dove sei. Percorsi di storia locale, Bientina (Pi), Aprile 2015, pp. 254, Euro 12,00
15 maggio 2015
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Grazie Luciano,il libro, una volta stampato, vive di vita propria e non è più strettamente identificabile con l'autore (o gli autori) e tu hai saputo trarne più di quanto non abbia cercato di metterci.
Grazie, Memo.
Posta un commento