Il mistero di Poppi
di Luciano Luciani
Se dovessimo identificare "cromaticamente" questo romanzo di Cristiana Vettori diremmo tra il giallo - inteso come romanzo d'indagine - e il rosa shocking, perché vicenda raccontata con gli occhi di una giovane donna. Quelli di Emma, giovane scrittrice di guide turistiche, casentinese di nascita e pisana d'adozione, che nel corso di una permanenza a Poppi, sua terra d'origine, - per una, come si suol dire, pausa di riflessione da un compagno che è insieme "troppo" e "troppo poco" - si imbatte nel mistero del Fauno: ovvero, la scultura di un giovanissimo Michelangelo, svanita nel nulla nella tragica estate del '44, durante la ritirata dei tedeschi dalla Toscana, incalzati dalle truppe Alleate.
A distogliere Emma dal suo lavoro di competente compilatrice e dai pensieri di una storia d'amore problematica per non dire traballante, interviene una strana presenza: un uomo affascinante, di mezza età e dall'accento tedesco, che da qualche settimana, sistematicamente e in grande solitudine, batte il paese dei conti Guidi, frequentandone la biblioteca, il castello, le chiese, i palazzi... È Peter, nipote di un ufficiale della Wehrmacht di stanza nel Casentino durante gli anni della guerra innamoratosi di una bella casentinese figlia di un partigiano, poi ritrovata fortunosamente e sposata negli anni immediatamente successivi al conflitto. Ma sono solo le memorie familiari a riportare Peter in quell'area della Toscana interna e in quel borgo unanimemente reputato tra i più belli d'Italia? O ci sono altre ragioni, recondite e meno confessabili? Certo è che in quel terribile agosto di 75 anni prima, numerosissime opere d'arte di eccezionale valore - Botticelli, Raffaello, Tiziano, Michelangelo, Beato Angelico... - provenienti dai musei fiorentini e incassate per sottrarle alle violenze della guerra furono sistemate nel castello che aveva ospitato Dante, nelle ville e nei monasteri dei dintorni per poi prendere la via della Germania nazista. Tutti tornati poi in Italia quei capolavori, tranne la maschera di Fauno, opera di un Michelangelo ancora adolescente, di cui sembra non essere rimasta nessuna traccia. E Peter è un volgare avventuriero o un uomo sinceramente preoccupato delle ferite lasciate ancora aperte dalla guerra e impegnato in una lodevole opera di risarcimento?
Tra le perplessità dei compaesani e qualche chiacchiera - si sa il paese è piccolo e la gente mormora -, la protagonista e il suo nuovo accompagnatore tentano di mettere insieme lacerti di informazioni, ricordi di chi c'era, memorie di memorie e molti "sentito dire"... Per poi ripiegare, malinconicamente, sulla constatazione della impossibilità di ritrovare, almeno al momento, il Fauno michelangiolesco. Condividono, però, i due un impegno: fare il possibile per impedire che si rinnovi il clima di odii e di inimicizie che appena ieri aveva sfigurato il volto del Novecento. Mai più guerre tra i popoli d'Europa, mai più violenze, frutti velenosi di ideologie intolleranti e totalitarie. E, come avviene nei migliori romanzi di formazione, la protagonista, l'Emma che ritorna a Pisa, non è più la stessa che ne era partita. È una donna cresciuta: più consapevole del suo ruolo nel mondo, meno vincolata da obblighi sentimentali, più capace di scegliere, volta per volta, le tappe e i modi della propria esistenza. Più forte e più libera.
L'Autrice, Cristiana Vettori, docente, psicologa, curatrice di antologie di poesie e narrativa, racconta bene e ci partecipa con utile leggerezza una storia di stringente attualità, collocata tra un passato recente e la contemporaneità, densa di moniti per un futuro che tutti noi percepiamo procedere in direzione di un abisso, le cui forme non riusciamo neppure a immaginare.
Cristiana Vettori, Il fauno scomparso, Edizioni Helicon, Arezzo 2018, pp. 198. Euro 14,00
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21 maggio 2019
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