Ecco Orson Welles
con l’immancabile sigaro in bocca, lo sguardo felino, il volto in profilo,
colto dall’alto da un taglio di luce, una luce polverosa e fumosa, che lo illumina
nel buio come un'essenza quasi divina, esaltandone la fascinosa imponenza statuaria. Uno scatto
classico e moderno, che evoca altro, che va oltre il naturalismo. Una foto
straordinaria, oltre che per lo scatto in sé, anche per un’altra argomentazione.
Orson Welles non è stato, infatti, soltanto un artista per i grandi film realizzati, ma pure come attore e per certi personaggi interpretati. Non sempre è così. Ci sono rilevanti creatori con sembianze, almeno apparentemente, da impiegati.
Orson Welles,
soprattutto invecchiando, per la mole del corpo, per i suoi occhi penetranti,
per la barba bianca fluente, è stato all’altezza dei grandi personaggi shakespeariani,
gli Otello e i Falstaff, che incarnano
filosoficamente la tragedia della
grandezza e della miseria umana.
Nicolas Tikhomiroff (1927- 2016), fotografo di guerra e di moda, incontra Orson Welles nel 1962, tramite Anthony Perkins, sul set di Il processo. Inizialmente il regista geniale e burbero guarda con diffidenza la presenza di un fotografo sul set. Ma dopo poco tempo Welles verrà conquistato dal lavoro di Nicolas Tikhomiroff e dalla sua umanità e tra i due nascerà una grande amicizia, che li vedrà insieme anche durante la lavorazione di Falstaff.
Orson Welles fotografato da Nicolas Tikhomiroff. Spagna 1962
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