I
materiali presenti in questo numero 36 di “Documenti e studi”, semestrale
dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di
Lucca, intendono riproporre ai Lettori non solo alcuni contenuti originali, ma
il complessivo clima di commossa partecipazione e di consapevole riflessione
che hanno già connotato le prime manifestazioni per il settantesimo
anniversario della Liberazione di Lucca dal nazifascismo.
Altre
iniziative seguiranno in città e in provincia e, con i saggi contenuti in
queste pagine, “Documenti e studi” vuole esserci
e contribuire ad ampliare gli orizzonti della ricerca storica locale, favorire
gli approfondimenti, individuare nuovi collegamenti tra le vicende, riconoscere
magari nuovi protagonisti rimasti sino a ora sconosciuti: insomma, illuminare
zone rimaste ancora oscure della vita sociale, civile, politica, militare di
Lucca e della sua provincia di quell’anno tragico e terribile che va dal
settembre ’43 al settembre ’44. E questo, secondo un’organizzazione tematica
per “luoghi significativi” in quanto scenari e testimoni di memorie magari
minori, magari minime, ma comunque importanti per dipanare il filo della Storia
e delle storie dell’ultima guerra mondiale in Toscana e in provincia di Lucca. Un conflitto che ha colpito soprattutto i
civili, e che per noi italiani è stata anche una “maledetta guerra tra
fratelli”. Ha conosciuto, però, pagine straordinarie di “resistenza comunitaria”,
scritte da donne e uomini comuni, protagonisti e non certo comparse della
storia, che, anche senza imbracciare un fucile, hanno saputo offrirci una mole
di sofferenze e impegni attivi senza i quali l’impatto della guerra sulla
società italiana sarebbe stato ancora più dirompente e l’iniziativa degli
antifascisti, partigiani e Alleati di certo più complicata.
Molti sono i “luoghi della memoria” che raccontano
questa esperienza plurale anche nel nostro territorio, da Farneta a Sant’Anna
di Stazzema, dal Piglionico a Castelnuovo Garfagnana, da Sillico a Nozzano,
dalla Pia Casa alla Stazione di Lucca. Nell’anno del settantesimo anniversario
della Liberazione l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea
in Provincia di Lucca li ricorderà e valorizzerà, in collaborazione con gli
enti locali, mediante l’apposizione di una serie di targhe commemorative che,
tramite un apposito QR code, rimanderanno anche a un’apposita sezione del
nostro sito web nel quale confluiranno documenti, testimonianze, fotografie
relative a ciascun luogo. Spezzoni di storia e memoria individuali che andranno
a comporre una memoria comunitaria, che ci pare irrinunciabile per guardare al
futuro.
In Castiglione sotto le bombe, con un’apprezzabile vivacità narrativa supportata da documenti e testimonianze, Feliciano Bechelli racconta ai Lettori cosa accadde a Castiglione di Garfagnana e ai suoi abitanti tra l’estate 1944 e l’aprile 1945: una piccola comunità di montagna costretta, suo malgrado, a fare i conti con la grande Storia e a conoscere paura e fame, bombardamenti e distruzioni, attentati e rappresaglie.
In Castiglione sotto le bombe, con un’apprezzabile vivacità narrativa supportata da documenti e testimonianze, Feliciano Bechelli racconta ai Lettori cosa accadde a Castiglione di Garfagnana e ai suoi abitanti tra l’estate 1944 e l’aprile 1945: una piccola comunità di montagna costretta, suo malgrado, a fare i conti con la grande Storia e a conoscere paura e fame, bombardamenti e distruzioni, attentati e rappresaglie.
Paolo Folcarelli, autore di due libri importanti sulla Manifattura
Tabacchi di Lucca (La
Manifattura Tabacchi di Lucca, una fabbrica, una
storia, 2005; Nel tempo che perde la memoria. La
manifattura Tabacchi di Lucca, 2011), nel suo saggio La Manifattura Tabacchi, un
preciso tratto identitario della città, intrecciando materiale
documentario e testimonianze orali, ci restituisce non solo le vicende e i
protagonisti interni a una delle più rilevanti strutture produttive della
Lucchesia, ma anche il “sentimento del tempo”: le voci che correvano per la
città; la paura dei bombardamenti; il cibo razionato; le file mentre dentro e
fuori le Mura si combatte una guerra sorda e feroce.
Con
Andare
al cinema, Giuseppe Guidi ci
racconta i locali cinematografici della città, intesi come luoghi di socialità
e cultura popolare, praticati e vissuti anche in quell’anno maledetto di fame,
paura, rappresaglie. Ognuno di essi collegato con la scoperta del mondo
circostante, visto e rielaborato con gli occhi di un adolescente di allora: le
storie apprese sul grande schermo
per comprendere la Storia. Pagine
lievi, sul filo della memoria, ricche di
spunti documentari e intrise di una garbata ironia.
Armando Sestani che con Il Real Collegio di Lucca, illustra
il ruolo svolto da questa importante struttura cittadina nella storia recente
di Lucca. L’Autore prende in esame soprattutto la destinazione assistenziale di
questo edificio: prima, per iniziativa di monsignor Torrini, arcivescovo di
Lucca, spazio destinato al soccorso degli sfollati, un’attività organizzata e
gestita dagli Oblati del Volto Santo, ma anche sede di un’intensa attività
antifascista (estate 1944); poi, sino al gennaio 1956, sede del Centro profughi
di Lucca riservato agli esuli giuliano-dalmati dell’immediato dopoguerra. Per
dirla con le parole dell’Autore, un “luogo di rifugio e solidarietà, ma anche
di sofferenza ed emarginazione per migliaia di persone”.
Anche
Roberto Pizzi ed Elena Profeti rielaborano il tema dei
“luoghi della memoria” dal loro specifico punto di vista, quello di studiosi
attenti alle vicende e ai protagonisti, alle manifestazioni e ai miti e simboli
del periodo risorgimentale. Nei Luoghi della memoria risorgimentale nella
Valle del Serchio, Elena
Profeti illustra, contestualizzandoli dal punto di vista storico/estetico,
i monumenti e le epigrafi realizzati per ricordare i protagonisti delle
battaglie del nostro riscatto nazionale della Valle del Serchio, mentre Roberto Pizzi con Il monumento a Benedetto Cairoli
sulle Mura urbane di Lucca partecipa al Lettore le tematiche relative
alla statuaria risorgimentale a Lucca e alla complicate vicende che hanno prima
allontanato e poi riportato sul Baluardo della Libertà il bronzo raffigurante
l’uomo di Stato lombardo, opera di Urbano Lucchesi, importante artista
dell’Ottocento toscano.
Il
numero si chiude, come sempre, con la sezione delle recensioni librarie.
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