Attenti al merito !
Che palle! Perdonate il linguaggio, come dire?, alquanto espressivo in
antico cinese mandarino, ma davvero non se ne può più. Di cosa? Della
ricorrente, battente insistente esaltazione, acritica e indiscriminata, della
cosiddetta meritocrazia.
Un’infatuazione che unisce tutti: conduttori televisivi, uomini e donne della politica, sedicenti intellettuali, orrendi protagonisti della televisione-spazzatura, renzisti e berluscastri… Tutti, indistintamente, arrapati dell’ultima trovata dell’ideologia liberista, il merito: per cui, quando su qualsivoglia problema non hai più argomenti sensati, allora è il caso di sbattere giù un po’ di meritocrazia e sei sicuro di aver fatto la tua bella figura. E, invece, è una cazzata, o per dirla colta, una tautologia, ovvero un’affermazione che non contiene in sé nessun carattere informativo. Solo una parola di uso e abuso recente, recuperata per giustificare i privilegi di alcuni, sempre i soliti, alle spalle di altri, anche quelli sempre i soliti, ribadendo ad libitum una sorta di differenziazione razziale tra esseri inferiori e superiori.
Un’infatuazione che unisce tutti: conduttori televisivi, uomini e donne della politica, sedicenti intellettuali, orrendi protagonisti della televisione-spazzatura, renzisti e berluscastri… Tutti, indistintamente, arrapati dell’ultima trovata dell’ideologia liberista, il merito: per cui, quando su qualsivoglia problema non hai più argomenti sensati, allora è il caso di sbattere giù un po’ di meritocrazia e sei sicuro di aver fatto la tua bella figura. E, invece, è una cazzata, o per dirla colta, una tautologia, ovvero un’affermazione che non contiene in sé nessun carattere informativo. Solo una parola di uso e abuso recente, recuperata per giustificare i privilegi di alcuni, sempre i soliti, alle spalle di altri, anche quelli sempre i soliti, ribadendo ad libitum una sorta di differenziazione razziale tra esseri inferiori e superiori.
Avete mai notato la spiccata tendenza dei presunti, autonominatisi
meritevoli alla ereditarietà delle cariche? Provate a dare un’occhiata alle
nomenklature: quella universitaria in
primis, poi la giornalistica, la televisiva, la politica, quella dei
Consigli d’amministrazione… Troverete mogli e figli, fratelli e sorelle,
cognati e nipoti dei Potenti in una commovente riscoperta della famiglia
allargata e patriarcale. E poi gli amici e gli amici degli amici e i congiunti
dei primi e dei secondi, Capacissimi di strologare, quando capita, di merito e
meritocrazia, un territorio popolato per lo più di arroganti e competitivi,
boriosi e aggressivi. Un luogo che mette al bando i gentili e i tolleranti, gli
affabili e i sensibili…
No, davvero, meritocrazia non fa rima con democrazia e lo aveva già
compreso G. G. Belli cento e ottanta anni fa:
Er merito
Merito dite? Eh ppoveri merlotti!
Li quadrini, ecco er
merito, fratelli.
Li ricchi soli sò
bboni, sò bbelli,
sò ggrazziosi, sò
ggioveni e ssò ddotti.
A l’incontro noantri
poverelli
tutti schifenze,
tutti galeotti,
tutti ddegni de sputi
e de cazzotti,
tutti cucuzze in càmmio
de scervelli.
Fa ccomparì un
pezzente immezzo ar monno:
fussi magàra una
perla orientale,
Presto cacciate via sto vagabonno.
Tristo chi sse
presenta a li cristiani
scarzo e ccencioso.
Inzino pe le scale
lo vanno a mozzicà
ppuro li cani.
Giuseppe Gioachino Belli
3 aprile 1836
3 aprile 1836
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