11 settembre 2015

"Il Flauto Magico" di Mozart



di
                                            Simone Luti
Maddalena Ferrari

E’ stato davvero bello, il 16 agosto, ascoltare e vedere Il Flauto Magico nel cortile di San Micheletto a Lucca. La messa in scena di un’opera di Mozart, purché abbia alle spalle studio, amore e dedizione, ha sempre del miracoloso.

Questo allestimento, curato da AEDO- Accademia Europea dell’Opera,nell’ambito di un festival internazionale organizzato da University of Western Ontario e da Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini, ha visto la partecipazione di giovani cantanti, che si sono avvicendati nel corso di tre serate ( due a San Micheletto, la terza al Real Collegio) ed anche nel corso di una stessa recita, su un nudo palcoscenico, sostenuti da una piccola orchestra coesa, sotto la direzione del maestro Simone Luti.

I movimenti avvenivano nella totalità della struttura ambientale, tra il porticato e il giardino, di fronte al pubblico, ma anche intorno ad esso, senza quasi scenografia; semplici costumi e oggetti che fungevano da segni o simboli davano riconoscibilità alle fasi del  Singspiel e, nonostante la povertà dell’impianto complessivo e alcuni tagli operati, la messa in scena ha restituito l’incanto della fiaba, una “favola per la ragione”, come recita il titolo del  bel saggio di Renato Musto e Ernesto Napolitano edito da Bibliopolis ( 1 ).

Nella rappresentazione, ben controllata dalla regia attenta di Mariano Furlani, molto suggestive sono apparse le apparizioni della Regina della Notte, interpretata da due cantanti, Amalea Lutsenko nel I atto e Laura Mackay nel II, che hanno dato spessore di terribilità al personaggio, rendendo le arditezze delle arie funzionali al ruolo e al momento; dal canto suo, l’ accompagnamento orchestrale ha saputo cogliere il senso di sospensione e di mistero avvolgente della partitura.
La scelta, giusta a mio parere, di mantenere la lingua tedesca per le parti musicali e di tradurre in italiano quelle recitate ha permesso di coniugare la fedeltà all’originale con la comprensibilità dell’intreccio.

I cantanti, dotati di belle voci, sia pure, quale più avanti, quale meno, in un percorso che necessariamente dovrà essere di maturazione, spinti dal desiderio di far bene e dall’entusiasmo, hanno dimostrato presenza scenica e abilità recitativa; hanno colpito soprattutto le due interpreti della Regina della Notte e Anthony Rodriguez,  scherzoso, lieve e dignitoso nei panni di Papageno.

(1) Renato Musto Ernesto Napolitano UNA FAVOLA PER LA RAGIONE – Miti e storia nel Flauto magico di Mozart

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