E’ stato
davvero bello, il 16 agosto, ascoltare e vedere Il Flauto Magico nel cortile di
San Micheletto a Lucca. La messa in scena di un’opera di Mozart, purché abbia alle
spalle studio, amore e dedizione, ha sempre del miracoloso.
Questo
allestimento, curato da AEDO- Accademia Europea dell’Opera,nell’ambito di un
festival internazionale organizzato da University of Western Ontario e da
Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini, ha visto la partecipazione di giovani
cantanti, che si sono avvicendati nel corso di tre serate ( due a San
Micheletto, la terza al Real Collegio) ed anche nel corso di una stessa recita,
su un nudo palcoscenico, sostenuti da una piccola orchestra coesa, sotto la
direzione del maestro Simone Luti.
I
movimenti avvenivano nella totalità della struttura ambientale, tra il
porticato e il giardino, di fronte al pubblico, ma anche intorno ad esso, senza
quasi scenografia; semplici costumi e oggetti che fungevano da segni o simboli
davano riconoscibilità alle fasi del
Singspiel e, nonostante la povertà dell’impianto complessivo e alcuni
tagli operati, la messa in scena ha restituito l’incanto della fiaba, una
“favola per la ragione”, come recita il titolo del bel saggio di Renato Musto e Ernesto
Napolitano edito da Bibliopolis ( 1 ).
Nella
rappresentazione, ben controllata dalla regia attenta di Mariano Furlani, molto
suggestive sono apparse le apparizioni della Regina della Notte, interpretata
da due cantanti, Amalea Lutsenko nel I atto e Laura Mackay nel II, che hanno
dato spessore di terribilità al personaggio, rendendo le arditezze delle arie
funzionali al ruolo e al momento; dal canto suo, l’ accompagnamento orchestrale
ha saputo cogliere il senso di sospensione e di mistero avvolgente della
partitura.
La
scelta, giusta a mio parere, di mantenere la lingua tedesca per le parti
musicali e di tradurre in italiano quelle recitate ha permesso di coniugare la
fedeltà all’originale con la comprensibilità dell’intreccio.
I
cantanti, dotati di belle voci, sia pure, quale più avanti, quale meno, in un
percorso che necessariamente dovrà essere di maturazione, spinti dal desiderio
di far bene e dall’entusiasmo, hanno dimostrato presenza scenica e abilità
recitativa; hanno colpito soprattutto le due interpreti della Regina della
Notte e Anthony Rodriguez, scherzoso,
lieve e dignitoso nei panni di Papageno.
(1) Renato
Musto Ernesto Napolitano UNA FAVOLA PER LA RAGIONE – Miti e storia nel Flauto
magico di Mozart
Nessun commento:
Posta un commento