08 dicembre 2015

La guerra dei "non morti" contro i vivi: 
nuove cronache dalla resistenza italiana 

di Luciano Luciani

Rivendico, con qualche orgoglio, la mia appartenenza alla generazione diventata adulta con l’immaginario plasmato dalla Notte dei morti viventi (1968): mille volte meglio crescere con dentro le stupende immagini in bianco e nero di George Romero, che quelle colorate e sciocchine della Notte prima degli esami (2006) di Fausto Brizzi.

Sono stato fortunato e il libro Italian Zombie 2, nuove cronache della resistenza, 80144 Edizioni, pubblicato a quasi 50 anni di distanza, me lo conferma: sì, per nessun merito particolare se non quello anagrafico, ho avuto la possibilità di assistere alla nascita di un nuovo genere, un nuovo continente fantastico, con i suoi codici, con le sue convenzioni, che, rielaborato e aggiornato da alcuni giovani scrittori italiani, è riuscito ad arrivare a oggi, al nuovo secolo e al nuovo millennio. Pagine che ripropongono una nuova radicale riflessione sul tema della morte, che ha investito il cinema, la televisone, la scrittura, la cultura popolare: dietro l’idea dei morti viventi, dietro la metafora dei "morti non morti", c’è la dialettica, eterna, universale, genuinamente tragica, dell’uomo che cerca di dimenticare se stesso come essere mortale, come creatura caduca e peritura; dell’individuo che rifiuta di riconoscersi parte di una incessante vicenda di distruzione e dissipazione simile a quella degli animali, delle piante, della materia tutta.

La novità di questa riflessione viene poi modulata attraverso alcuni patti narrativi ricorrenti e condivisi:

per esempio, l’assedio. Una dimensione insieme epica e claustrofobica in cui si esercita il conflitto, la resistenza, si pratica una faticosa sopravvivenza, meglio se di gruppo anche se questo spesso è infido e percorso da fratture e contraddizioni;

il mistero: perché quell’attacco? Perché quel contagio, quel ribaltamento dell’ordine naturale delle cose e delle relazioni? Assolutamente privo di significato, non ha spiegazioni.
la mostruosità: la vicinanza tra uomini e mostri rende gli uni simili agli altri; sfumano le categorie di bene e di male. Sono più mostruosi i mostri, i morti viventi, agitati da una pulsione inconoscibile, o quelli che accanitamente danno loro la caccia?

Le storie, le "cronache di resistenza" collocate sui verosimili scenari contemporanei di alcune nostre  città -  Torino, Lucca, Milano, Genova, Roma - raccontano con delirante lucidità i bassifondi della modernità a noi più vicina; sono, questi racconti, gli specchi ustori della faccia nascosta della ragione dominante, descrivono il lato in ombra dei nostri anni, la sua metà oscura... E sono davvero bravi gli Autori - Euro Carello, storia di Carlo Zulian; Maurizio Antonetti, storia di Luca de Luca; Francesco G. Lugli, storia di Francesco Agliardi; Anna Bruni, storia di Luca Bisio e Manfredi Giffone, lettera di Manfredi Giffone - a declinare lo spettacolo desolato delle nostre città in mano ai morti viventi, al crollo repentino di ogni relazione civile, parentale, amicale e i suoi imprevisti risvolti, le inattese torsioni morali e culturali di un mondo dominato dai dagli "italian zombie".

Una possibile conclusione? Anche nel Bel Paese gli uomini vivi non sono migliori dei morti viventi; peggiori, se possibile. Meschini, arroganti, incapaci di concepire il nuovo e di adattarsi a esso, per loro sarà davvero difficile  sopravvivere.


AA.VV, Italian zombie 2 - Nuove Cronache dalla resistenza, 80144 Edizioni, 2015

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