11 dicembre 2015

"Viaggio a Gualdo (Massarosa) " di Gianni Quilici



Al gabinetto decido dopo tanto titubare. Davanti ho la cartina della Provincia di Lucca, vedo Gualdo e decido di andarci. E’ abbastanza vicino per il poco tempo che ho a disposizione.  Ci sono stato una volta. Molto tempo fa. Mi ricordo chiesa e paesaggio, ma forse mi confondo, non ne sono certo.

Strada verso Camaiore, svolta a sinistra verso Pieve Elici-Massarosa e dopo qualche centinaio di metri, una strada stretta e tortuosa porta rapidamente al paese. Si parcheggia all’ingresso. Seduta su una panchina di pietra una bambina sembra parlare con se stessa. La tentazione di fotografarla è pungente. Fotograferei innocenza e bellezza, genuinità e inconsapevolezza. “Ciao” le dico. “Ciao” risponde. “Come ti chiami?” “Rebecca” “Rebecca?” “Rebecca” ripete lei. Mi dice qualcosa, ma non capisco. “Sei una bambina chiacchierona” le dico. “Sì io so molte cose”  “Per esempio sai quanti anni hai?”. Mi fa segno con le dita… quattro.

Prendo un vicolo dei due presenti. Pavimentazione curiosamente in sampietrini, case ristrutturate, alcune stuccate con pietra in vista, con una presenza massiccia del nuovo, una galleria con travi di legni, due forni a legno segnalati come se fossero  archeologia, un ristorante chiuso. La chiesa: una facciata banale con ai lati qualche lapide di marmo fine ‘800; il campanile di pietra e mattoni con la campana e una terrazzina sulla sommità. Dal muretto della chiesa un bel panorama con i dossi delle colline che si accavallano e in uno sfondo azzurro il mare che sbuca.


Un cartello segnaletico disegna un percorso circolare, che attraverso un sentiero tocca il paese vicino di Montigiano per ritornare a Gualdo. Infatti dopo un centinaio di metri inizia una strada sterrata. Una di quelle strade che ti viene  voglia di percorrere, anche per la luminosità del mattino. Una strada dapprima con l’erbetta centrale come spartiacque, che diventa poi un miscuglio tra terra, ghiaia, sassi e fogliame, che sale con curve che aprono non si sa che scenari.  Si vede camminando la chiesa più in alto e l’insieme del paese che scende nella sua compattezza racchiusa dalla natura e si percepisce appena il fruscio di foglie che lievi scivolano a terra.

Al ritorno mi siedo su una panchina e scrivo

Là dove siede la panchina
che comodamente posa
senza problema alcuno
rivedo in rapidi lampi
ciò che sono stato
come fosse film
che si srotola a ritroso
ciò che appena visto
velocemente si perde:
la villettina grigia troppo squadrata nel contesto
il cane biancastro che la catena mal sopporta
l’olivo appena nato sull’olivo appena morto
la foglia d’un giallo fulgido luminoso 
caduta

Gualdo comune di Massarosa. Martedì 8 dicembre 2015.

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