16 febbraio 2016

“La cacca che ci salvò dalla fame. Strane storie e tipi strani” di Luciano Luciani



di Marisa Cecchetti

Ricevere un libro con tale titolo un po’ sorprende, anche se rapidamente riagganci le lezioni di geografia a proposito delle isole del guano, niente altro che strati spessi di escrementi di uccelli con funzione di ottimo concime naturale, e  ricordi anche la tua infanzia in campagna quando lo sentivi nominare, da spargere nei campi. Tant’è. Ma lo stupore della scelta editoriale rimane.

Senza dubbio deve aver fatto il suo sorrisino contento e un po’ furbetto il Luciani, che ama scrivere storie di ogni tipo. Con il precedente, Le donzelline. Donne d’amore nell’Italia rinascimentale (ETS 2014),  ha indagato e raccontato il mondo delle prostitute di alto bordo nel ‘500, donne colte e rispettate, anche dalla Chiesa che ne aveva i suoi buoni motivi.

Questo libro raccoglie invece le storie più diverse fra loro e strane, come se Luciani si fosse tolto tutte le curiosità che gli passavano per la testa. Le streghe? Le cavallette? Il guano? La Befana? Il caffè? Il dirigibile? Che storia mai ci sarà dietro? Indaghiamo. E personaggi come Edgar Allan Poe, Henry Toulouse Lautrec - e si parla di  nomi universalmente noti- ma anche  tale Domenico Barbaja o tale Pierre Loti. Chi erano costoro? Ricerchiamo!

Perché ha fatto questa scelta atematica, lui che ha insegnato nei licei a sviluppare i lavori di Italiano su tracce coerenti? Forse perché si vuol divertire, ora che ha più tempo libero . In realtà lo spiega lui nella prefazione: “A me mi hanno salvato le storie”. Fin d’ora scopriamo la sua voglia di non prendersi sul serio. Lui dice che dopo gli eroici furori della sua età liceale, quando credeva nella giustizia sociale, dopo un periodo in cui i fatti sembravano dargli ragione, le cose alla fine non sono andate nella direzione della giustizia sociale agognata: “A farmi dolorosamente ricredere ci pensarono la strategia della  tensione e i fatti del Cile, il terrorismo nero e quello rosso, Reagan e il craxismo, la marcia dei quarantamila e l’omologazione galoppante di quella classe operaia che, secondo i voti miei e di quelli come me, avrebbe dovuto “dirigere tutto”. La caduta del muro di Berlino lo trovò “incapace di comprendere il rifiorire degli antichi egoismi nazionalistici e i nuovi fondamentalismi economici e religiosi”.

Deluso dalla grande Storia, Luciani si è salvato con le piccole storie, che gli hanno dato il gusto di dissotterrare fatti dimenticati o mai indagati a fondo. Ecco il perché di questo piccolo libro.

Luciani è perfetto nell’indagine, cerca nelle leggenda, nella letteratura, nella storia, nelle tradizioni popolari. Non gli sfugge niente e racconta con una prosa chiara che si colora di lieve ironia quando è necessario, sa calcare sullo stupore, non nega l’intervento dell’autore qua e là.

Se dapprima la mancanza di un filo conduttore un po’ destabilizza il lettore, poi la originalità e la esaustività dei singoli racconti incuriosisce e coinvolge.

Luciano Luciani, La cacca che ci salvò dalla fame. Strane storie e tipi strani. Edizioni ETS 2015, € 12, pag. 120

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