di Giulietta Isola
«Raccontare la storia è necessario. Per lasciare traccia del nostro passaggio nel mondo. E per imparare una lezione da quello di cui stiamo parlando Qualcosa di reale, di concreto, per sentire che la nostra vita ha avuto un senso, che c’eravamo».
Ritornare da Grossman significa ritornare da un vecchio amico, un amico che mi sgretola e poi mi ricompone, che rappresenta una realtà profondamente consapevole fondendo materialità ed interiorità , un amico che mi parla di memoria, di amore e di abbandoni.
“La vita gioca con me” è la storia terribile e bellissima di Eva Panic Nahir, una donna sopravvissuta ai gulag di Tito. Nel romanzo si chiama Vera Novak ed è con altre due donne: sua figlia Nina e la nipote Ghili. Tre donne unite e divise dalla decisione di Vera, condannata al Gulag e costretta ad abbandonare la figlia di tre anni per il rifiuto di definire spia stalinista il marito Milos, comunista serbo morto suicida in carcere. La decisione segna profondamente sia la vita di Nina, che ha lasciato il marito Rafi e la figlia Ghili per rifugiarsi in un’isola oltre il circolo polare artico, sia quella di Ghili che ha un rapporto molto difficile con la madre.
Il romanzo prende spunto dalla festa per il novantesimo compleanno di Vera Novak, in cui tutti i quattro personaggi si ritrovano. Per capire, fino in fondo i motivi della decisione di Vera e cercare di porre fine al loro malessere, Rafi e Ghili la convincono ad intraprendere un viaggio con Nina nei luoghi natali e poi nell’isola di Goli Otok (Isola Calva), dove si trovava il Gulag in cui la donna era stata rinchiusa . Rafi e Ghili filmeranno tutto in modo che resti traccia del viaggio e delle cose dette.
Il racconto di Vera procede a fasi alterne e si rivelerà completamente solo nel soggiorno nell’isola. Grossman oltre che raccontare la memoria ,racconta l’amore: l’amore per un figlio, l’amore per un amante, l’amore per il mondo, un amore che è un’entità mutevole che si costruisce e si sgretola, si tradisce e si ricompone, fra abbandoni , forzati e voluti, come in ogni normale esistenza umana. L’autore non giudica mai le scelte umane che i protagonisti si trovano costretti a fare per preservare soprattutto la propria integrità, aggiunge con le parti in corsivo, le descrizioni del gulag di Goli Otok, rendendo il romanzo anche testimonianza oltre che manifesto della sua posizione politica.
Grossman, da sempre molto attivo politicamente, sostiene la sinistra israeliana ed è impegnato in favore del dialogo e della pace con arabi. In questo romanzo si è destreggiato con sapienza fra tre protagoniste di tre generazioni diverse, si è calato nei ruoli di una novantenne, di una sessantenne e di una quarantenne, mettendo a confronto mentalità e vissuti diversi che evidenzia e sottolinea con una scrittura, a tratti essenziale, ma carica di significato anche nei vuoti narrativi, che concedono al lettore il tempo per raccogliere i pensieri e farli suoi.
Fatti e persone, tutte vittime nel cuore dell’Europa solo sessant’anni fa, che dovrebbero farci riflettere sugli errori del passato e sulla nostra società moderna e sugli ideali che la sorreggono.
LA VITA GIOCA CON ME di DAVID GROSSMAN MONDADORI EDITORE TRADUZIONE di ALESSANDRA SHOMRONI euro 21.00
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