11 febbraio 2023

“La vita intima” di Niccolò Ammaniti

di Marigabri

       Questo è l’agrodolce racconto di come una donna bellissima e scema sia in grado di diventare forse meno bellissima ma di certo più sveglia.

      Come? Nel più classico dei modi attinenti al romanzo di formazione: affrontando le contingenze che mettono a nudo le sue più folli paure.

      Nella sua infinita scemenza infatti Maria Cristina può essere denominata di volta in volta Maria Cretina, Maria Tristina, Maria Pompina. Il che la dice lunga sulla considerazione che hanno di lei sia il grande pubblico sia chi l’ha conosciuta davvero. (Tra parentesi: solo uno la ama veramente, cioè la accetta così com’è, e si tratta ancora una volta del solito bestione brutto e infelice delle favole).

      Dunque il più classico e durevole degli stereotipi (donna bella e stupida) viene rielaborato da Ammaniti in forma di prodotto narrativo di ambigua collocazione: si tratta di una fiaba allegorica e, come tutte le fiabe, dotata di morale buonista? O è invece una satira sociale/politica/morale di un certo ambiente italiano? È un romanzo grottesco? Una sorta di exemplum contemporaneo, dove la verosimiglianza è irrilevante e che mira a produrre una sintesi didascalica del nostro confuso presente?

      Si potrebbe rispondere: è questo e niente di tutto questo. E a farlo diventare un prodotto narrativo indefinibile (azzardando pure il narratore onnisciente ottocentesco e raccontando nel poco accattivante tempo presente) bisogna dire che Ammaniti dimostra tutto il suo talento.

      Dopo una prima parte abbastanza soporifera, infatti, il racconto si anima e acquista un certo ritmo, solleticando la curiosità di chi legge a seguire le improbabili disavventure di questa riluttante star del sistema (essendo contemporaneamente la donna più bella del mondo e la moglie del Presidente del Consiglio), e di tutti gli improbabili personaggi che ne ravvivano il contorno sociale.

     Certo, di vita intima ce n’è ben poca.

    Tanta inconsapevolezza, tante (magari troppe?) ferite, eredità di un passato così tragico che avrebbe schiantato una creatura molto meno fragile della nostra eroina, e soprattutto paure, rabbie e desideri confusi che via via mostrano tutto il loro contenuto esplosivo. Manca la profondità, insomma.

     Bisogna dire però che, lasciando da parte tutte le aspettative che autore e titolo suggerirebbero, si può leggere questo romanzo con animo lieve e così facendo si corre pure il rischio di divertirsi.

Niccolò Ammaniti, La vita intima. Einaudi

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