di Camilla Palandri
“Era domenica e il tabaccaio non voleva
vendermi il quaderno, rammento. Mi disse:”E’ proibito.” Allora fui colta da un
desiderio irrefrenabile di possederlo, sperando che in esso avrei potuto
esaurire senza colpa il mio segreto desiderio di essere ancora Valeria. Ma da
allora invece è incominciata la mia inquietudine…..”
Inizia con
l’acquisto di in quaderno nero, di quelli lucidi e spessi come si usavano a
scuola, il processo di autoanalisi di Valeria, una quarantenne borghese,
sposata, con figli.
Siamo agli inizi degli anni ’50 e la narrazione si sviluppa in un arco
ristretto di tempo da novembre a maggio , ma attraverso le annotazioni sul
diario, pur in un breve periodo, Valeria scopre
gradualmente la discrepanza fra la
sua vita esteriore incanalata dentro confini stereotipati e quella interiore più ricca, variegata e
piena di desideri inespressi.
Il diario riporta fatti di vita quotidiana della protagonista che si divide fra la famiglia, composta dal marito Michele e i due figli grandi, Riccardo e Mirella, ed il lavoro in ufficio. Lavoro inteso come sostegno al misero bilancio familiare, quindi dovere e non autorealizzazione.
La sua è una vita tranquilla e senza eventi di rilievo ,non ritenuta dalla stessa tanto importante da poter essere raccontata, ma la scrittura opera una sorta di trasformazione . “……Invece, da quando per caso, ho cominciato a tenere un diario, mi pare di scoprire che una parola, un accento, possono essere altrettanto importanti, o anche più, dei fatti che siamo abituati a considerare tali….”
Il diario riporta fatti di vita quotidiana della protagonista che si divide fra la famiglia, composta dal marito Michele e i due figli grandi, Riccardo e Mirella, ed il lavoro in ufficio. Lavoro inteso come sostegno al misero bilancio familiare, quindi dovere e non autorealizzazione.
La sua è una vita tranquilla e senza eventi di rilievo ,non ritenuta dalla stessa tanto importante da poter essere raccontata, ma la scrittura opera una sorta di trasformazione . “……Invece, da quando per caso, ho cominciato a tenere un diario, mi pare di scoprire che una parola, un accento, possono essere altrettanto importanti, o anche più, dei fatti che siamo abituati a considerare tali….”
Valeria libera
lentamente attraverso le pagine del quaderno la propria interiorità, comincia a
dubitare, a rivedere i propri pensieri, a lasciar emergere la parte più
profonda e repressa.
Il quaderno è vissuto con senso di colpa dalla narratrice, come del resto tutto ciò che esula dal ruolo imposto di moglie e madre.
E’ lo strumento attraverso il quale ella prende consapevolezza di sé e questa consapevolezza è collegata al senso del peccato, perciò viene nascosto accuratamente e costantemente perché sfugga alla possibilità di essere ritrovato dai familiari.
Nello stesso tempo scrivere diventa un momento liberatorio, uno spazio personale molto ricercato in cui dedicarsi completamente alla propria persona spesso compressa nei ruoli familiari . “E’ strano: la nostra vita intima è ciò che più conta per ognuno di noi eppure dobbiamo sempre fingere di viverla senza quasi avvedersene, con disumana sicurezza.”
Il quaderno è vissuto con senso di colpa dalla narratrice, come del resto tutto ciò che esula dal ruolo imposto di moglie e madre.
E’ lo strumento attraverso il quale ella prende consapevolezza di sé e questa consapevolezza è collegata al senso del peccato, perciò viene nascosto accuratamente e costantemente perché sfugga alla possibilità di essere ritrovato dai familiari.
Nello stesso tempo scrivere diventa un momento liberatorio, uno spazio personale molto ricercato in cui dedicarsi completamente alla propria persona spesso compressa nei ruoli familiari . “E’ strano: la nostra vita intima è ciò che più conta per ognuno di noi eppure dobbiamo sempre fingere di viverla senza quasi avvedersene, con disumana sicurezza.”
Con il tempo il
diario si arricchisce di particolari, la vita intima viene sempre più
scandagliata con occhio analitico e impietoso e l’insoddisfazione e la
frustrazione emergono in tutta la loro potenza. “Sempre di più mi convinco che l’inquietudine si è impossessata di me
dal giorno in cui ho comperato questo quaderno: in esso sembra nascosto uno
spirito malvagio, il diavolo.”
Valeria entra in
contatto con l’altra parte di sé e guarda la sua vita con “altri occhi”,oltre
il velo dell’apparenza e della consuetudine ,le certezze rassicuranti fino ad
allora nutrite cadono e tutto diventa relativo “…allo stesso tempo buono e
cattivo, giusto e o ingiusto….”.
Nel ritratto di vita familiare che viene
delineato si percepiscono sullo sfondo
il contesto sociale, i condizionamenti morali dell’epoca, il ruolo ancora
difficile della donna legato
all’immagine di moglie e madre, il potere e le attrattive esercitate dal denaro
e l’influsso del consumismo nascente.
La decisione
finale di bruciare il quaderno è il segno della rinuncia di Valeria a vivere
una vita diversa affermando il proprio sé, la chiusura di una parentesi che le
ha fatto intravvedere anche nuove possibilità a livello affettivo nella storia
con Guido, il datore di lavoro innamorato di lei.
E’ la sua accettazione rassegnata alla propria condizione della quale ha pur preso pienamente coscienza.
Sarà Mirella, la giovane figlia a rompere in modo anticonformista gli schemi consueti, legandosi ad un uomo sposato, senza pensare al vincolo del matrimonio e affermando la propria indipendenza attraverso il lavoro inteso come autorealizzazione.
La sua scelta rappresenta il passaggio ad una nuova fase, un mondo nuovo che si intravede e anche per questo sarà a lungo osteggiata dalla madre, inchiodata dai propri condizionamenti.
Alla fine ne riceverà il consenso perché in fondo rappresenta anche la materializzazione di ciò che lei stessa si è negata .
E’ la sua accettazione rassegnata alla propria condizione della quale ha pur preso pienamente coscienza.
Sarà Mirella, la giovane figlia a rompere in modo anticonformista gli schemi consueti, legandosi ad un uomo sposato, senza pensare al vincolo del matrimonio e affermando la propria indipendenza attraverso il lavoro inteso come autorealizzazione.
La sua scelta rappresenta il passaggio ad una nuova fase, un mondo nuovo che si intravede e anche per questo sarà a lungo osteggiata dalla madre, inchiodata dai propri condizionamenti.
Alla fine ne riceverà il consenso perché in fondo rappresenta anche la materializzazione di ciò che lei stessa si è negata .
Alba de Céspedes. Quaderno proibito.
Mondadori
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