13 ottobre 2021

Storie di cani a lieto fine" di Eugenio Baronti

 
               


                   Questa mattina presto, come di consuetudine, ho mandato, il mio cane Juno, un grosso meticcio tipo Leonberger, nell’uliveto dietro casa, insieme c’era la cucciolona di mio figlio, Hera, una meticcia maremmana dispettosa, agitata e avventuriera, come tutti i cuccioli. Una cucciolona che a 7 mesi è già in caldo e quindi Juno, che per tutta la vita non l’ha mai assaggiata, con i suoi 13 anni, tanti, per un cane di quella taglia, un po' acciaccato, mezzo sordo e con scarsa lucidità, non fa che annusarla e seguirla ovunque, ben oltre le sue capacità motorie, mettendo a dura prova la sua resistenza.

                 Alla fine dell’uliveto, inizia un bosco abbandonato che non vede da decenni presenza umana, inaccessibile per l’uomo, habitat ideale per cinghiali. Normalmente la sua passeggiata mattutina vicino casa, dura una decina di minuti e poi rientra, stamani niente, alle 10,00 ho iniziato a cercarli ovunque, preoccupazione a mille, sono 13 anni che Juno è la mia coda sempre, dovunque mi segue, non si allontana da me che di pochi metri, una devozione e un amore sterminato. Alle 12,00, dopo più di 4 ore, mi vedo arrivare solo Hera senza Juno, ho preso un’imbracatura e ho iniziato a dire ad Hera : Juno dov'è? Andiamo! Andiamo! 

               Lei è partita davanti con tutta la sua esuberanza, io dietro a rotta di collo per non perderla, però, arrivati all’inizio di bosco inaccessibile, lei riusciva a districarsi e a passare nonostante la sua mole, io invece, mentre mi sbranavo con pruni e rovi, l’ho persa, sono sceso fino al ruscello con dislivelli notevoli e impegnativi in mezzo ad una giungla di rami spezzati, rovi ed alberi caduti. Niente, persa anche lei, ormai rassegnato, stavo cercando il modo di risalire senza ammazzarmi, alzo gli occhi e mi vedo apparire davanti Hera con dietro, arrancando quasi trascinandosi, Juno.

                Ora, voi non ci crederete, me l’ha portato proprio davanti a me, mi guardava e si pavoneggiava orgogliosamente di fronte a me consapevole di avere fatto una bella cosa straordinaria. Una femmina in calore fa miracoli, risuscita anche un vecchio cane, lo rinvigorisce e lo spinge bel oltre le sue possibilità. Senza di lei, in quel bosco inaccessibile, Juno sarebbe sicuramente morto in solitudine dentro qualche strapiombo o buca e non sarebbe più stato capace a risalire. Riportarlo su di peso, è stata un’impresa, e ci sono riuscito solo perché, nel frattempo mi aveva raggiunto mio figlio Emanuele a cercare la sua Hera.

                                                                                       13/10/2021

 

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