06 settembre 2022

"Non farmi male" di Fabrizio Roncone

 

Nessuna redenzione nel romanzo nero e romano di Fabrizio Roncone

 di Luciano Luciani

Da quando Giancarlo De Cataldo con il suo Romanzo criminale ha inaugurato il “noir romano” non si contano gli autori e le storie ambientate sugli scenari, ora di straordinaria bellezza ora degradati della Città dei Sette Colli. 

       Si va da Antonio Manzini, inventore di quello straordinario personaggio per umanità e sagacia che risponde al nome di Rocco Schiavone, all’ex sindaco di Roma Walter Veltroni, che, finalmente libero dalle fatiche politiche e amministrative, non disdegna di cimentarsi con la scrittura d’indagine. E funziona alla grande la declinazione capitolina del meccanismo tradizionale (trasgressione-indagine-risarcimento) di ogni poliziesco che si rispetti: a questo, per un buon noir, va poi aggiunto uno sguardo acuto e perspicace sulle esperienze collettive e le relazioni sociali del proprio tempo, ovvero la politicità dura e tagliente del vissuto quotidiano. 

      E Roma, con la sua progressiva inabitabilità materiale e morale, dove per dirla con l’arcigno Tacito “confluiscono tutti i peccati e tutti i vizi per esservi glorificati”, sembra essere diventata la location privilegiata per raccontare sulla pagina il nostro difficile presente. Tra strade antiche e monumenti illustri, tra piazze storiche e periferie fuori controllo, lo scrittore, mascherato da intrattenitore, agisce come un reporter sociale: un inviato speciale nei territori oscuri dei poteri, tutti i poteri, per illuminare un sistema di relazioni altrimenti destinato a rimanere segreto o nascosto. 

       Un esempio, e non dei peggiori, a questo riguardo ce lo fornisce Fabrizio Roncone, inviato speciale del “Corriere della sera”, con questo suo Non farmi male, 2022, romanzo in cui mescola con abilità tutti gli ingredienti necessari per una storia capace di farsi leggere dall’inizio alla fine. 

 

       C’è il tradizionale antieroe indagatore, Marco Paraldi, un giornalista in pensione impegnato soprattutto a godersi il tempo della quiescenza tra moderati eccessi alcolici, feste ripetitive e noiose, quasi quanto quelle frequentate dal Jep Gambardella de La grande bellezza sorrentiniana, e una spiccata propensione per l’altra metà del cielo... Una vita in fondo comoda e piacevole interrotta bruscamente dalla richiesta della bellissima e misteriosa Giorgia, una minorenne fascinosa, di ritrovare Noemi, una sua amica dalle amicizie discutibili, svanita nel nulla. Un lavoro d’indagine a cui il nostro si sottopone obtorto collo e che lo porterà a scoprire una città assai diversa da quella dalle apparenze cordiali, bonarie di certa Roma di maniera, attraversata, invece, da violenze, ricatti, compromissioni e contiguità diffuse con i poteri criminali. 

       Dietro una superficiale e sbandierata onestà, nessuno è innocente e il Male si allarga dappertutto come una metastasi in un corpo già guasto. Malinconica e amarognola la morale finale: l’innocenza non esiste, la verità non interessa a nessuno e non si può nemmeno scalfire il nòcciolo tossico dell’ingiustizia. Tematiche, come si vede, ormai consuete nei romanzi neri o nerissimi del nostro tempo, nei film o nelle fiction televisive quelle trattate da Roncone. Le riscatta da un effetto di deja vu, una scrittura veloce, ironica e la simpatia che il protagonista e una schiera di ben delineati personaggi di contorno sanno ispirare nel lettore. 

        Un’ultima considerazione finale: il noir si conferma, ancora una volta, come la letteratura del disagio più adeguata alla nostra contemporaneità. Quella che con pienezza di contenuti e in una forma senza fronzoli riesce a raccontare meglio l’attuale incarognimento diffuso dei cuori.

 Fabrizio Roncone, Non farmi male, Marsilio, collana Farfalle, pp. 248, Euro 16,00

 

 

 

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