16 settembre 2022

"Promesse" di Bryan Washington

 

di Giulietta Isola

“Amare una persona significa lasciare che cambi quando ne ha bisogno. E lasciare che se ne vada quando ne ha bisogno. E questo non la rende meno casa.”

        Bryan Washington è giovane ma ha già guadagnato una certa credibilità in Patria ed all’estero, ragiona su temi molto contemporanei quali questione razziale, privilegio bianco, gentrificazione, identità . 

       Tutto questo assieme alla casa editrice NN mi hanno spinto alla lettura di una storia nella quale l’utilizzo di una lingua viva fatta di dialoghi brevi ed immediati è molto funzionale, ma non mancano riflessioni su omosessualità, relazioni, rapporto fra culture e comunità diverse, luoghi che cambiano, immigrazione e possibilità . 

       Come dice il traduttore nella postfazione “ Egli – Washington- ci sta davvero chiedendo di metterci nei panni dell’altro, di cui non sapremo mai tutto, ma di cui percepiamo l’unicità “. Benson e Mike vivono assieme a Houston. Il primo è un educatore afroamericano e malato di HIV, abituato da sempre ad avvertire il pregiudizio sulla propria pelle, è uno di quelli che si è sempre sentito diverso e non accettato a prescindere dalla sua sessualità. 

       Mike è nelle stesse condizioni, giapponese, cuoco, anche lui ha una famiglia complicata che li ha rifiutati ed allontanati, i due condividono una storia di mancanze, alcolismo, abbandoni, violenza con la quale devono venire a patti e credere che un cambiamento sia possibile. “Tutto cambia, mi dice. Il cambiamento non è né buono né cattivo. E’ solo cambiamento.” Sono costretti a separarsi, Mike parte per Osaka per assistere il padre morente con il quale non ha rapporti da molti anni e lascia Benson a casa in compagnia della madre Mitsuko costernata per la sua assenza. Seguiremo i due protagonisti rispettivamente nella cucina di Houston ed in un bar di Osaka, sono loro a raccontarsi, le loro voci si alternano nella storia intervallata da flashback sul proprio passato, ognuno col suo carico di incomprensioni, solitudini, abbandoni. 

       Si svelano i sentimenti, si mostra il dolore, ci si avvicina e allontana. I loro rapporti complicati e sfilacciati da mancanza di parole, incapacità di capirsi davvero, segreti e rifiuti, ci fanno capire che fra i due la distanza è solo meramente fisica. Promesse è come un dolce a strati dal sapore intenso ed anche se la questione razziale non è il fulcro della narrazione pervade tutta la storia. 

       Washington rende sulla pagina le complesse implicazioni di un pregiudizio vissuto in un quotidiano contaminato dalla discriminazione, ma butta qua e là cenni sul tanto discusso privilegio bianco e sul pregiudizio razziale, lo fa con noncuranza come se non fosse importante, ma ce lo mostra fortemente radicato e sul coming out non ci sono personaggi schierati pro e contro ma solo indifferenti e negazionisti e ciò ferisce ancora di più. 

        Molte domande senza risposta, ma anche molta vita in queste pagine, relazioni imperfette e scelte irreversibili, uomini e donne che «fanno il possibile» ma qualche volta non è abbastanza, c’è l’amore che cambia e tanti gesti che lo spiegano perché molto spesso le parole mancano o ingannano o non sono quelle più giuste e adatte a piegare le trasformazioni , le esitazioni, i silenzi, i sentimenti. 

       Il giovane Bryan Washington mi ha fatto leggere un libro che mi è piaciuto molto per i personaggi imperfetti , per l’intimità e per le cose che non sono dette ma che si sentono, la sua lingua equilibrata mai banale lo hanno reso serio e delicato. Bravo.

“Mike non mi ha mai promesso niente. Le cose le ha sempre fatte o non fatte. Ha sempre sostenuto che le promesse non sono che parole, e che il significato delle parole dipende solo da come ti comporti.”

PROMESSE di BRYAN WASHINGTON NN EDITORE

 

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