09 ottobre 2022

“Non leggete i libri, fateveli raccontare” di Luciano Bianciardi

 


 

di Carla Rosco

       Un Bianciardi divertente e divertito dalla sua ironia pungente.

       Scrive Pino Corrias nell’introduzione: “Intuisce, molto prima di Pasolini, anche se più confusamente, i veleni del consumismo, il vuoto della omologazione, la solitudine dell’uomo dentro al rumore della folla. E mentre tutti cantano le lodi del supermercato e dei grattacieli, dell’utilitaria e delle creme solari, lui scrive da guastafeste”.

     “Non leggete i libri, fateveli raccontare” è un manuale in sei puntate, pubblicato nel 1966 sul settimanale ABC, eccentrico e schierato con il centrosinistra. E’ dedicato ai giovani che vogliano vivere e magari prosperare in quel tipo di attività umane, che vanno sotto il nome complessivo e vago di “cultura”. Bianciardi mette a fuoco soprattutto gli aspiranti mediocri, per i quali un campo vale l’altro, quello che conta è scalare, arrivare, primeggiare, non finire in un ufficio.

       se per fare questo occorre “marcare” gli altri per volgere a proprio favore il corso degli eventi, bisogna che si impari la tecnica per farlo: non si improvvisa e lui si pone come il dispensatore di consigli e insieme come il fustigatore di cattive abitudini umane, quelle che impediscono di vivere in pace e armonia.

      Luciano Bianciardi ha pagato un alto prezzo per i propri ideali di giustizia sociale e di libertà. Il successo ottenuto con “La vita agra” (1962, invettiva contro Milano e la frenesia calvinista dei milanesi per i soldi) lo inquietava: “Per me è solo il participio passato di succedere” e ancora “Invece di mandarmi via da Milano a calci nel culo, come meritavo, mi invitano a casa loro”.

      Rifiutò un ingaggio al Corriere della Sera che gli aveva offerto Montanelli; elogiò l’ozio; scrisse di rivoluzione sessuale nell’Italia bigotta.

      Tornando al “Nostro” giovane aspirante a partecipare alla vita culturale, nella puntata intitolata “Non leggete i libri, fateveli raccontare” si legge: ” Nessuna persona seria e pratica vuole oggi formarsi: basta informarsi. Egli (il Nostro) vive, come si è detto, in provincia, circondato da schiere di giovani ingenui e ansiosi che passano le giornate chini sui libri. Ebbene, li frequenti, li veda, li ascolti ... saprà da loro tutto quel che occorre sapere”.

      E più avanti in “La tecnica matrimoniale di Lady Chatterly”: “Anche il  nostro Paese è in corsa verso il progresso, la democrazia, la socializzazione; anche in Italia, il Nostro può sperare nel successo mediante il sesso. Sesso e matrimonio, beninteso ... Sesso e matrimonio contano, ai nostri fini, solo nella misura in cui giovano alla carriera”.

      Suggerisce tutto Bianciardi, persino vestiti e gesti: ” Sarà bene munirsi di pipa, e magari imparare a fumarla, perché è un ottimo riparo. Quando manca la battuta, o si vuole prendere tempo, ecco pronta la pipa, da mettere in bocca, da levare di bocca, da riempire ... In casi estremi si può produrre una nube di fumo e nascondercisi dentro”.

 “Non leggete i libri, fateveli raccontare” di Luciano Bianciardi, Neri Pozza (13,50 euro)

 

 

 

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