26 novembre 2022

"Khalil" di Yasmin Khadra

 


di Giulietta Isola

        Yasmina Khadra, pseudonimo femminile di Mohammed Moulessehoul, ex alto ufficiale dell’esercito algerino, ha sempre preso ispirazione per i suoi romanzi dalla realtà contemporanea , adottando uno stile personalissimo fatto di giochi di parole, metafore, intreccio fra i linguaggi culturali francese e algerino, descrizioni poetiche, dialoghi serrati, ironia. 

        Khadra utilizza questi strumenti nel tentativo di spiegare le tragiche vicende del mondo arabo e la sofferenza di un’identità , stimola la nostra empatia e ci permette l’immedesimazione nello squallore, nell’umiliazione quotidiana, nei rari agi e nei privilegi per pochi in popolazioni martoriate da decenni di conflitti. 

        In questo romanzo ci porta dentro la testa di Khalil, un giovane belga di origine marocchina, del quale, quasi in presa diretta seguiamo gli eventi , rivivendo i suoi ricordi e partecipando i suoi stati d'animo. 

        Una macchina sta portando quattro giovani kamikaze da Bruxelles a Parigi nel fatidico giorno del 2015 in cui si consumarono gli attentati allo Stadio S.Denis e al Bataclan ,due di questi sono Khalil e il suo compagno fraterno Driss, che morirà . Khalil ha il compito di farsi esplodere in uno dei treni urbani utilizzati dai tifosi alla fine della partita, un malfunzionamento della sua cintura esplosiva eviterà l’inferno che avrebbe voluto provocare , resterà vivo proprio nel giorno in cui si aspettava di diventare martire della fede.

       Da questo fallimento iniziano le vicende del romanzo , una storia per buona parte ambientata a Molenbeek, il quartiere ghetto da cui proviene e si radicalizza la maggioranza dei giovani attentatori belgi di origine africana e nordafricana. Sono giovani delusi dalle promesse dei genitori, rifiutati dalla scuola non in grado di includerli, esclusi dal mondo del lavoro che conta e consapevoli che i diritti promessi non sono mai stati effettivamente acquisiti, chiacchierano nei bar degli attentati e molti di loro sono offesi da questi assassini che pretendono di fare giustizia sommaria a nome di tutti i musulmani ,è anche per colpa loro che le comunità islamiche subiscono ostracismi, intolleranze, razzismi ed i Governi sembrano incapaci di affrontare con efficacia la questione. Fra loro c’è Rayan, ha studiato, ha un lavoro soddisfacente e spera nel futuro, è dalla parte di Khalil nonostante tutto e lo aiuterà nel lungo percorso interiore che lo porterà a qualcosa di diverso rispetto a quanto preannunciato nella prima pagina del romanzo. 

       Khadra ha il merito di mostrarci la complessa galassia islamica e di parlarci di questi ragazzi nati in Europa , figli di politiche migratorie distorte e di quell'inclusione bastarda che consiste nel restare zitto e buono dentro il proprio ghetto e guai a superare i confini, perché resti sempre uno sporco arabo. 

        Anche se talvolta cede all’enfasi ed alla retorica (che rimangono comunque in lui espressioni alte) il suo invito a riflettere sulla complessità del mondo mediorientale è costante , tratta temi sempre molto rischiosi, racconta con equilibrio, commuove senza essere patetico, non dà giudizi, lascia che sia il lettore a darne e ci mostra il percorso quotidiano sul perché violenza, spesso, genera violenza.

KHALIL di YASMIN KHADRA SELLERIO EDITORE

 

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