23 novembre 2022

“L’uomo che dorme” di Dorothea Lange

 


di Gianni Quilici

        A prima vista è una foto semplice. Soltanto, e vale per ogni scatto, bisognava esserci, vederla, saperla inquadrare e nella più giusta cornice.

        Dorothea Lange l’ha scattata a San Francisco nel 1937. E’ una delle tante immagini da lei realizzate con cui la fotografa ha in modo profondo e articolato rappresentato la “grande depressione americana”. E questa immagine, come altre, ha la forza di poter essere  metafora di quella congiuntura storica. Perché simbolica della miseria, della povertà della popolazione americana in quegli anni.

       Foto metaforica, perché non è soltanto un’immagine sociale di denuncia: l’uomo che sta dormendo sulla strada. Ha anche una forza espressiva, che universalizza quel periodo storico. E questa forza espressiva si esprime paradossalmente dalla immediatezza e semplicità della bellezza estetica data dalla postura dell’ uomo e dal contrasto cromatico del bianco nero.

       L’uomo, infatti, è  raggomitolato in posizione fetale (le ginocchia  addossate al torace), divenendo quasi una scultura scura e compatta, nella quale braccia, mani e collo spariscono e appena soltanto il profilo rimane.

       Questo corpo così rannicchiato e dormiente di nero carbone vestito spicca sull’asfalto biancastro e ferito che lo circonda e colpisce immediatamente il nostro occhio, che si interroga sospeso.

 

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