13 novembre 2022

"Schiavi delle milizie" di Alpha Kaba

 


Un libro per immedesimarsi nel dolore della migrazione

 Schiavi delle milizie.

 Una testimonianza tragica e sincera

 di Samuele Nucci

 Alpha è un giornalista guineano. Lavora presso una radio indipendente che viene presa di mira dalle forze governative perché dà spazio alle proteste contro il primo ministro del Paese africano. Alpha, per evitare persecuzioni, carcere e torture per sé e i propri familiari, è costretto a fuggire.

Ha poco più di vent’anni.

Questo, insieme ad alcune informazioni sulla sua infanzia e su come si sia avvicinato al mondo del giornalismo, si legge nelle prime pagine di Schiavi delle milizie, recentemente pubblicato dalla benemerita editrice Quarup. Poi, il racconto dell’Autore entra nel vivo e ci partecipa tutto il dolore per essere costretti ad abbandonare la famiglia e la propria terra, alla ricerca di una vita normale. Le vessazioni nei confronti dei giornalisti guineani non sono rare e quindi Alpha, grazie ai contatti a lui offerti da colleghi, riesce a raggiungere l’Algeria, che, però, è troppo vicina al Mali, una terra pericolosa, perché qui sono fin troppo attivi non pochi gruppi filogovernativi guineani. Quindi, la sua fuga riprende. Questa volta in direzione della Libia, in un viaggio che si svolge in condizioni terribili alla mercé dei passeur, professionisti della migrazione spesso inclini alla truffa, che offrono contatti, mezzi di trasporto e indicazioni utili per oltrepassare le frontiere verso un posto capace di garantire alcune minime condizioni di sicurezza.

Attraversare il Sahara non è una passeggiata e molti, dopo aver sofferto fame, sete e freddo, perdono la vita nel tentativo di raggiungere la Libia: la meta più appetibile, perché è un Paese tra i più ricchi dell’Africa, oltre che il più prossimo all’Europa. 

Ciò che Alpha e gli altri non sanno è che nel frattempo in Libia, caduto Gheddafi, è scoppiata una tragica guerra civile, e lo stato di diritto non è più che un lontano ricordo. Alpha riesce ad attraversare i confini grazie ai passeur, ma qualcosa è cambiato. Gli uomini dei veicoli che lo accompagnano nella traversata del deserto sono armati di kalashnikov. Lo prendono prigioniero e lo buttano in un recinto dove sono presenti solamente altri “negri”, proprio come lui. I reclusi, uno ad uno, sono presi in esame, come se fossero degli animali da uomini che parlano inglese o arabo, lingue sconosciute ai sub-sahariani: stanno per essere venduti ad un padrone. Iniziano così i due anni che Alpha passerà da schiavo in Libia, durante i quali, insieme ai suoi compagni di sventura, sarà acquistato, venduto, addirittura noleggiato, da padroni che li sfruttano per i lavori più umili, per poi disfarsene brutalmente. L’ex giornalista assiste a numerosi pestaggi e non pochi episodi di violenza sessuale.

Per non impazzire, decide di rimanere sempre vigile e attento, di dotarsi di uno straordinario autocontrollo, per sopravvivere e magari un giorno potersi vendicare di chi lo ha trattato come una bestia.

Grazie al suo impegno, uno dei suoi padroni decide di liberarlo e permettergli la via dell’attraversamento del Mediterraneo verso l’Europa. La sua imbarcazione, però, naufraga: pochi di quei disperati hanno familiarità col mare e sette di loro, in quel frangente, perdono la vita. Lo salva l’imbarcazione Aquarius, dell’Ong Sos Méditerranée. Siamo nel 2016.

Da questo momento inizia una nuova fase nella vita di Alpha, forse più sicura, certo non più brillante, però, obbligato spesso a lavori sottopagati e a dormire per strada, prima in Italia, poi in Francia, a Bordeaux, dove faticosamente si stabilisce. Qui conosce il giornalista Clemént Pouré, con cui collabora per la stesura del libro. Nel frattempo, trova lavoro come magazziniere e, soprattutto, finalmente può richiamare la famiglia, e riaprire i contatti che aveva perso durante la prigionia e il lavoro forzato in Libia.

Alpha ha deciso di scrivere perché “Testimoniare è innanzitutto un dovere per me. Fare la scelta di non testimoniare e interpellare il mondo, gli Stati e i dirigenti politici, i governi e le istituzioni, mi renderebbe complice dei crimini che sono commessi in Libia. Testimonio per i miei fratelli e sorelle che sono stati vittime di razzismo e di schiavitù adesso mentre siamo nel ventunesimo secolo. Testimonio per i miei fratelli e sorelle che sono stati ammazzati nel deserto, nelle carceri, nei campi di schiavitù in Libia. Testimonio per coloro che sono morti nel Mediterraneo. Infatti, testimoniare mi libera e mi dà forza. Fino a che non ci saranno più schiavi in Libia e nel mondo, testimonierò”. Queste le parole da lui rilasciate in un’intervista alla rivista “Left” nel 2020.

Il libro di Kaba invita all’empatia nei confronti di chi è costretto a migrare. La lettura di queste pagine è un necessario passo da compiere al fine di comprendere la tragica realtà a cui sono forzati i giovani africani e non solo costretti a fuggire dalla loro terra.

Alpha Kaba, Schiavi delle milizie. Una storia di speranza dall’inferno della Libia, Quarup, Pescara, 2020, pp. 144, Euro 14,90

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