04 marzo 2024

"L’invincibile estate di Liliana" di Cristina Rivera Garza

 

di Giulietta Isola

Donne cresciute in una città e in un paese che le molesta a ogni passo e non le lascia in pace. Donne sempre sul punto di morire. Donne che muoiono e. tuttavia, sono vive.”

     Il 16 luglio 1990 la ventenne studentessa di architettura Liliana Rivera Garza viene uccisa nel suo appartamento in un quartiere popolare della periferia nord di Città del Messico. Gli investigatori si orientarono subito verso la figura di un ex-fidanzato che risultò latitante. Da allora, nonostante una strenua caccia all’uomo ed un ordine di cattura, il presunto assassino non è stato mai trovato ed il crimine è rimasto irrisolto fino ad oggi; uno dei molti cold case che macchiano il sistema giudiziario messicano. 

        Ho fatto qualche ricerca: la violenza contro le donne è uno dei grandi flagelli dell’America Latina. In Messico tra il 1990 e il 2022 sono state uccise più di sessantaseimila donne, molte da compagni o ex-compagni. Dal 2007 in poi le cifre si sono alzate in maniera terrificante fino ad arrivare all’infame media di dieci donne assassinate ogni giorno. Una situazione tanto tragica portò all’introduzione, nel 2012, della categoria femminicidio nel Codice Penale Federale. Secondo l’articolo 325 “commette femminicidio chi priva della vita una donna per questioni di genere.” Solo quindici Paesi al mondo hanno adottato questa figura legale e trattandosi di un fenomeno recente è difficile sapere se avrà il risultato desiderato. 

       Nel frattempo, i movimenti femministi latinoamericani continuano a crescere e a diffondersi annaffiati dal sangue di donne assassinate. La letteratura si fa eco di questa strage. Cristina Rivera Garza ci ha messo trenta anni per raccontare la storia tragica della sua sorella minore, è tornata a Città del Messico per mettere assieme i pezzi del rompicapo della vita e della morte di Liliana. 

       Il suo è un libro tremendo nel quale spesso usa il modo vocativo per stabilire un colloquio intimo con la sorella morta. E’ una conversazione che testimonia una vita, una preghiera laica che vuol esorcizzare un insistente e devastante silenzio, è l’elaborazione di un lutto ed è, per Cristina, la ricerca del fascicolo della causa di sua sorella ed a tal proposito dice “questo libro è basato sui quaderni, le annotazioni, gli appunti ,i ritagli, le piantine, le lettere, le cassette e le agende trovate fra le sue cose , che nessuno aveva toccato nei trent’anni successivi alla sua morte. “ 

       Il risultato è un testo polifonico, originale e commovente nel quale parlano le amiche e gli amici di Liliana, il padre, ma soprattutto parla la stessa Liliana, una ragazza espansiva, temeraria, affettuosa e carismatica, solare e anche opaca, appassionata dei suoi studi, dei film stranieri e delle sigarette Raleigh , una ragazza che fu soffocata “alla fine di un percorso lungo e sotterraneo di violenza.

      ” L’invincibile estate di Liliana mostra tutte le ferite aperte non solo tramite la storia ma anche attraverso la forma , come il recupero della calligrafia di Liliana, copie di messaggi e bigliettini che contribuiscono a rendere il racconto leggermente trasandato senza perdere né forza né autenticità. Cristina con la sua scrittura vigorosa e frammentaria invita a riflettere sul sistema arcaico e patriarcale che rimane indifferente alla necessità di proteggere e dare garanzie alle donne. Dobbiamo avere cura delle sue parole vere, sincere, delicate e preziose che ci dicono che non è più tempo di tacere. Siamo travolti da una cascata di parole, e anche questo è il senso del libro: non bisogna tacere, anche in nome delle troppe vittime di femminicidio.

Di fronte all’inimmaginabile non abbiamo saputo cosa fare. Di fronte all’inconcepibile, non abbiamo saputo cosa fare. E siamo rimasti muti. E ti abbiamo avvolta nel nostro silenzio, rassegnati di fronte all’impunità, di fronte alla corruzione, di fronte alla mancanza di giustizia”.

L’INVINCIBILE ESTATE DI LILIANA di CRISTINA RIVERA GARZA SUR EDITORE

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