26 marzo 2024

"Lucy davanti al mare" di Elizabeth Strout

 

di Marigabri

“È nostro dovere sopportare il peso del mistero con tutta la grazia possibile.”

       Ed è con tutta la grazia possibile che Elizabeth Strout scrive i suoi libri. Ciascuno è come una lunga carezza. Al cuore, all’intelletto. Una sorta di vibrante dolcezza che raggiunge ogni fibra. Succede così anche in questo suo ultimo, nonostante sia, fra tutti, il meno riuscito.

     Perché Lucy Barton, protagonista di altri tre romanzi, ha dato quel che doveva dare e probabilmente è tempo di lasciare che le sue storie siano depositate nell’archivio delle memorie letterarie, nella nostra immaginaria biblioteca universale.

       Certo, per gli estimatori della Strout -come la sottoscritta- incontrare fra le pagine di questo racconto molti altri personaggi già conosciuti -la mitica Olive, Bob Burgess, Tyler Caskley e la figlia Katherine- non può che essere fonte di gioia: il calore intimo e diffuso di ritrovarsi tra vecchi amici, davanti alla luce affabile di un caminetto. (E infatti ho cominciato piano piano a rileggere quei romanzi che avevo tanto amato).

      Perché con Strout è sempre essere chiamati in prima persona, a partecipare delle vite degli altri come fossero parte della nostra stessa vita. Con misura e gentilezza, cifre inequivocabili del suo stile narrativo.

     Dunque ripercorriamo qui l’incredulo isolamento in cui ci ha costretto la pandemia, ma ritroviamo anche gli amati, a volte ostili, paesaggi marini del Maine e l’immaginaria cittadina di Crosby, teatro di tanti intrecci, relazioni e sentimenti contrastanti.

      Accogliamo i pensieri vagabondi di Lucy, scrittrice che nella crisi globale immagina di non poter scrivere più (ma non sarà così); ascoltiamo i discorsi e le riflessioni di coloro che, nonostante il lockdown, le sono vicini: l’ex marito William, il buon amico Bob (Burgess). E poi le contraddizioni, i conflitti, gli ostacoli interiori di ciascuno, specchio naturale di quelli esteriori…insomma, le ombre di un periodo che ha messo tutti a dura prova.

     Eppure la maggior parte di noi, come dice Lucy/Elizabeth, cerca di fare del proprio meglio, cerca soltanto il modo di arrivare in fondo, e forse anche di capire il senso del proprio passaggio su questa Terra, “triste e bellissima com’è”.

Elizabeth Strout. Lucy davanti al mare. Einaudi

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