I domani che ci attendono
L’inquinamento
e la sovrappopolazione, l’imperialismo e il razzismo, la portata morale dei
fatti scientifici e le relazioni tra scienza e spiritualità, il contrasto tra
le generazioni e il conflitto tra i sessi… Da un secolo ai nostri giorni, non
c’è nodo problematico intorno al quale la fantascienza non abbia, con maggiore
o minore acutezza e profondità, indagato, svolto riflessioni tutt’altro che
banali, inventato narrazioni idonee a straordinarie e durature suggestioni.
Appena
appena delibata dai Grandi Scrittori (Alvaro e Flaiano, Bigiaretti e Soldati,
Calvino e Levi) che, come da un frutto proibito se ne sono subito ritratti,
questa letteratura, a parte una breve stagione di gloria negli anni sessanta e
poco più, ha sempre conosciuto una condizione d’esistenza marginale.
Considerata ora letteratura popolare, ora vezzo di pochi, la science fiction rappresenta oggi un’area
ristretta ma corposa di appassionati, vittima di una maledizione di cui sarebbe
interessante individuare le cause socio-culturali oltre che i responsabili. Insomma,
almeno e soprattutto nel Bel Paese, la fantascienza sconta, ancora oggi, una
collocazione percepita da molti, moltissimi, come eretica: dalle sue storie
promana, anche attualmente, un vago sentore di zolfo, insopportabile per gli
olfatti delicati sia dell’accademia scientifica, sia dell’establishment letterario.
Tant’è…
E chissà cosa si nasconde dietro questa incapacità - una prerogativa solo ed esclusivamente
italica - di prefigurare i domani che ci attendono.
Una
posizione nobilmente minoritaria quella della letteratura di fantascienza. Non
ignota anche a “Naturalmente”, rivista di “Fatti e trame delle Scienze”, che
certo non per caso, fin dalle sue origini, ha scelto di valorizzare questo
particolare tipo di scrittura creativa, offrendo spazi ai suoi Autori e alle
sue storie, sempre in bilico tra apocalisse e rivoluzione, sempre nutrite di un
originale mix di contenuti compresi in una particolarissima terra di nessuno
tra filosofia, poesia e scienza.
E
non è senza significato se, in un tempo per tanti versi buio e insoddisfacente,
“Naturalmente” nella sua collana editoriale Finestre abbia deciso di riproporre
a un pubblico più ampio di quello dei Lettori e degli Abbonati, la science fiction già apparsa nei suoi
fascicoli fin dal 1992. Nasce così questo Gli strani incontri (autori
antologizzati Maurizio Antonetti, Roberto Barale, Sauro Donati, Carlo Flamigni;
Andrea Milani, Roberto Sirtori, Vincenzo Terreni), pagine che alle sicurezze
scientifiche sostituiscono i timori, le speranze, le perplessità dell’uomo
contemporaneo affacciato sul precario balcone del terzo millennio. Perché, per
dirla con Bacone, “se un uomo parte da certezze, terminerà con i dubbi; ma se
si contenta di cominciare con dubbi, terminerà con certezze”.
(dalla Introduzione)
Luciano Luciani (a cura di), Gli strani incontri Antologia
fantascientifica, collana Finestre/5 I libri di Naturalmente Scienza ,
ETS Pisa, 2014, pp. 140, Euro 12,00
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